martedì 24 marzo

di | 23 Marzo 2020

Lc 17,26-33

26Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: 27mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti. 28Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; 29ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. 30Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà. 31In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. 32Ricordatevi della moglie di Lot. 33Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva.

Commento

Forse di questo capitolo 17, questa pagina è la più attuale. Mi domando: che cosa c’è di male a mangiare, bere, prendere moglie, comprare, vendere, piantare, costruire? Mi sembrano tutte azioni profondamente umane, che appartengono alla vita degli uomini, che appartengono a noi, a noi nostri giorni. Non c’è niente di male nelle azioni compiute in sé. L’errore di fondo sta in un’altra cosa: che gli uomini erano così presi in queste occupazioni da non pensare ad altro che a questo. E quando arrivano i giorni difficili ci si trova impreparati. Gesù non ci chiede di vivere diversamente da quelle azioni che quotidianamente facciamo, ma di essere attenti a come le facciamo, di avere uno sguardo vigile sul futuro. Tutto è fatto, ogni nostra azione è fatta per raggiungere il massimo dell’umanità, per raggiungere il massimo della gloria di Dio. Questa prospettiva dice un modo nuovo di vivere, di comprare, di vendere di amare. È la prospettiva del dono, della generosità, della misericordia in cui tutte queste azioni trovano un loro compimento. Forse questa è l’attrezzatura che Gesù ci chiede per superare il nostro tempo difficile. Cambiare prospettiva vuol dire vivere nella logica del vangelo.

Preghiamo

Preghiamo per don Fausto e per tutto il bene che ha fatto.

3 pensieri su “martedì 24 marzo

  1. sr Alida

    Vivere l’umano pensando alle cose di lassù ,vivere per ciò che non passa , per ciò che più prezioso ….Vivere pensando che Dio ci ama sempre comunque ,eternamente …e questi giorni ci fanno ben capire cosa siamo …Di cuore mi unisco alla preghiera per don Fausto ,per tutto il bene che ha fatto ,per tutte le persone a cui mancherà ….

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  2. Sr Rita

    “Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà”.
    Il Figlio dell’ uomo si sta manifestando in questo tempo così confuso e difficile. Proprio in questi avvenimenti che mettono alla prova la nostra resistenza, la nostra fede, la nostra speranza nel futuro…il Signore si manifesta come punto di desiderio, di riferimento, oggetto delle nostre suppliche. Preghiamo perché questa “manifestazione” del Signore diventi una costante nella nostra vita.

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  3. Elena

    Avere i piedi per terra, ma guardare verso l’alto. Se non abbiamo questa prospettiva, tutto ciò che abbiamo e che facciamo, resta a terra. Se l’obiettivo è quello di elevarci, allora anche le cose che viviamo e facciamo hanno un altro significato e ci aiutano ad elevarci. Non siamo fatti per strisciare, ma per elevarci. Che il Signore ci offra la Sua mano, quando siamo ancora troppo a terra e fatichiamo nel tirarci su.
    Preghiamo per don Fausto e per quanti rimarranno smarriti senza di lui.

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