18 figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità. 19 In questo conosceremo che siamo dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore, 20 qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa. 21 Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio, 22 e qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quello che gli è gradito. 23 Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. 24 Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. In questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato.
Commento
Secondo il mio modesto parere forse questa è la pagina più bella di tutta questa lettera. Non dico la più importante, ma la più affascinante. Di fatto l’orizzonte infinito della Amore divino si raccoglie nella piccolezza della nostra vita e della nostra quotidiana esperienza con l’indicazione di una carità che nella concretezza possa in qualche modo ricordare l’amore immenso di Gesù: “con i fatti (alla lettera, nell’opera) e nella verità”. E’ meraviglioso vedere proprio nelle nostre piccole opere tutta la meraviglia dell’Amore di Dio. L ‘Amore è il principio della nostra pace interiore. Il nostro cuore, cioè la nostra coscienza profonda, viene rassicurato dall’esercizio della carità “qualunque cosa esso ci rimproveri” perché l’Amore presente nella nostra vita è la prova “che siamo dalla verità e davanti a Lui rassicureremo il nostro cuore”! Siamo cioè dei poveri peccatori, ma la presenza dell’Amore nei nostri cuori e nelle nostre opere è la prova della presenza del Signore nella nostra vita. la paura che a volte prende la nostra coscienza si placa perché “Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa” ci mostra che l’Amore è più forte dei nostri peccati. Tanto più “se il nostro cuore non ci rimprovera nulla”: allora “abbiamo fiducia in Dio e qualunque cosa chiediamo la riceviamo da Lui”. E’ stupenda questa certezza dell’esaudimento di ogni nostra preghiera! Questo è possibile e avviene perché l’osservanza dei suoi comandamenti e l’esercizio della carità – “facciamo quello che gli è gradito” – fanno sì che i nostri desideri e quindi la nostra preghiera siano omogenei alla sua volontà!
Preghiamo
Preghiamo per la Repubblica italiana nel giorno della sua festa
Dal vangelo di Matteo
In quel tempo, mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso. Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?». Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio». E rimasero ammirati di lui.
Ringrazio il Signore che mi ha accompagnato nel viaggio. Eccomi qui di nuovo ad ascoltare con tutti voi la Parola del Signore, in Giovanni, e il bellissimo commento del nostro Don. Le parole di Giovanni sono una rivelazione bellissima dell’identità del Signore: Uno che ama, che perdona, che apre spazi di speranza. I sensi di colpa a che a volte attanagliano le nostre coscienze, qui trovano una soluzione definitiva: non perché non sia male il nostro peccato, ma perché più grande del nostro peccato è l’amore del Signore. Su questo amore immenso, tenero e appassionato la nostra vita impara ad amare, a perdonare, a credere di nuovo nella bellezza del vivere.
Veramente, oggi le pagine della Scrittura ed il commento del don, sono di una bellezza rara.
Grazie don Sandro.
“… e qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui”.
Vi chiedo di pregare per amici che in questi giorni hanno pesanti difficoltà famigliari.
Perché il Signore Gesù faccia sentire quanto è vicino a queste persone, soprattutto a quelle più piccole e indifese.