martedì 10 gennaio

di | 9 Gennaio 2023

Es. 5,1-6,1

In seguito, Mosè e Aronne vennero dal faraone e gli annunciarono: “Così dice il Signore, il Dio d’Israele: “Lascia partire il mio popolo, perché mi celebri una festa nel deserto!””. 2Il faraone rispose: “Chi è il Signore, perché io debba ascoltare la sua voce e lasciare partire Israele? Non conosco il Signore e non lascerò certo partire Israele!”. 3Ripresero: “Il Dio degli Ebrei ci è venuto incontro. Ci sia dunque concesso di partire per un cammino di tre giorni nel deserto e offrire un sacrificio al Signore, nostro Dio, perché non ci colpisca di peste o di spada!”. 4Il re d’Egitto disse loro: “Mosè e Aronne, perché distogliete il popolo dai suoi lavori? Tornate ai vostri lavori forzati!”. 5Il faraone disse: “Ecco, ora che il popolo è numeroso nel paese, voi vorreste far loro interrompere i lavori forzati?”. 6In quel giorno il faraone diede questi ordini ai sovrintendenti del popolo e agli scribi: 7“Non darete più la paglia al popolo per fabbricare i mattoni, come facevate prima. Andranno a cercarsi da sé la paglia. 8Però voi dovete esigere il numero di mattoni che facevano finora, senza ridurlo. Sono fannulloni; per questo protestano: “Vogliamo partire, dobbiamo sacrificare al nostro Dio!”. 9Pesi dunque la schiavitù su questi uomini e lavorino; non diano retta a parole false!”.
10I sovrintendenti del popolo e gli scribi uscirono e riferirono al popolo: “Così dice il faraone: “Io non vi fornisco più paglia. 11Andate voi stessi a procurarvela dove ne troverete, ma non diminuisca la vostra produzione””. 12Il popolo si sparse in tutto il territorio d’Egitto a raccogliere stoppie da usare come paglia. 13Ma i sovrintendenti li sollecitavano dicendo: “Portate a termine il vostro lavoro: ogni giorno lo stesso quantitativo come quando avevate la paglia”. 14Bastonarono gli scribi degli Israeliti, quelli che i sovrintendenti del faraone avevano costituito loro capi, dicendo: “Perché non avete portato a termine né ieri né oggi il vostro numero di mattoni come prima?”. 15Allora gli scribi degli Israeliti vennero dal faraone a reclamare, dicendo: “Perché tratti così noi tuoi servi? 16Non viene data paglia ai tuoi servi, ma ci viene detto: “Fate i mattoni!”. E ora i tuoi servi sono bastonati e la colpa è del tuo popolo!”. 17Rispose: “Fannulloni siete, fannulloni! Per questo dite: “Vogliamo partire, dobbiamo sacrificare al Signore”. 18Ora andate, lavorate! Non vi sarà data paglia, ma dovrete consegnare lo stesso numero di mattoni”. 19Gli scribi degli Israeliti si videro in difficoltà, sentendosi dire: “Non diminuirete affatto il numero giornaliero dei mattoni”. 20Usciti dalla presenza del faraone, quando incontrarono Mosè e Aronne che stavano ad aspettarli, 21dissero loro: “Il Signore guardi a voi e giudichi, perché ci avete resi odiosi agli occhi del faraone e agli occhi dei suoi ministri, mettendo loro in mano la spada per ucciderci!”. 22Allora Mosè si rivolse al Signore e disse: “Signore, perché hai maltrattato questo popolo? Perché dunque mi hai inviato? 23Da quando sono venuto dal faraone per parlargli in tuo nome, egli ha fatto del male a questo popolo, e tu non hai affatto liberato il tuo popolo!”. l Signore disse a Mosè: “Ora vedrai quello che sto per fare al faraone: con mano potente li lascerà andare, anzi con mano potente li scaccerà dalla sua terra!”.

Commento

Inizia la lunga trattativa di Mosè con il faraone. è una trattativa complessa. Il faraone non ha bisogno di feste e di altro simile, per i suoi schiavi ha bisogno solo di lavoro. E’ un tema che emerge in maniera forte in queste pagine dell’Esodo. Noi abbiamo messo il lavoro come fondamento della nostra repubblica, ma il lavoro è anche oppressione, schiavitù, ingiustizia. Più vi è la richiesta di un lavoro giusto, più il faraone costringe gli ebrei a un maggior lavoro. Credo che dobbiamo riflettere molto su questa questione del lavoro dignitoso. Pensate anche a tutto il lavoro degli ebrei nei campi di sterminio. Il lavoro può dare dignità all’uomo, ma può anche schiacciare e opprimere. Oggi in tanti modi diversi siamo ancora al punto di partenza: c’è sempre un faraone di turno che usa il lavoro come strumento di ricchezza personale, di oppressione, di ingiustizia. Ma come c’è sempre il faraone di turno, così c’è sempre anche un Mosè che rivendica la libertà e un lavoro giusto. Ma questa sarà la grande battaglia di Mosè conto un potente che riconosce solo se stesso e gli altri sono schiavi del suo lavoro. Questa tra Mosè e il faraone non è una trattativa, ma una vera prova di forza.

Preghiamo Preghiamo per tutti coloro che lavorano

2 pensieri su “martedì 10 gennaio

  1. Elena

    Storie di lavoro brutale, lavoro che opprime e toglie dignità! Storie di tanti lavori moderni come quelli del passato. La direzione di molte imprese e multinazionali è proprio questa, spersonalizzare l’essere umano per il massimo profitto e condizioni di lavoro sempre più assurde e disumane. Cosa ci resta? Una difesa della dignità e della nostra umanità. Con gli ebrei in Egitto intervenne il Signore , con i nostri lavoratori? Forse possiamo costruire una coscienza etica del lavoro, per noi stessi e per tutti, con l’aiuto di un Dio che non ci abbandona neanche oggi.

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  2. Anonimo

    Mi unisco alla preghiera per quelli che lavorano… Davvero un campo complesso anche ai nostri giorni..

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