Lunedì 9 novembre

di | 8 Novembre 2015

home2Amos 9,1-10        

1 Vidi il Signore che stava presso l’altare e mi diceva: “Percuoti il capitello e siano scossi gli architravi, spezza la testa di tutti e io ucciderò il resto con la spada; nessuno di essi riuscirà a fuggire, nessuno di essi scamperà. 2 Anche se penetrano negli inferi, di là li strapperà la mia mano; se salgono al cielo, di là li tirerò giù; 3 se si nascondono in vetta al Carmelo, di là li scoverò e li prenderò; se si occultano al mio sguardo in fondo al mare, là comanderò al serpente di morderli; 4 se vanno in schiavitù davanti ai loro nemici, là comanderò alla spada di ucciderli. Io volgerò gli occhi su di loro per il male e non per il bene”. 5 Il Signore, Dio degli eserciti, colpisce la terra ed essa si fonde e tutti i suoi abitanti prendono il lutto; essa si solleva tutta come il Nilo e si abbassa come il fiume d’Egitto. 6 Egli costruisce nel cielo il suo soglio e fonda la sua volta sulla terra; egli chiama le acque del mare e le riversa sulla terra; Signore è il suo nome. 7 Non siete voi per me come gli Etiopi, Israeliti? Parola del Signore. Non io ho fatto uscire Israele dal paese d’Egitto, i Filistei da Caftòr e gli Aramei da Kir? 8 Ecco, lo sguardo del Signore Dio è rivolto contro il regno peccatore: io lo sterminerò dalla terra, ma non sterminerò del tutto la casa di Giacobbe, oracolo del Signore. 9 Ecco infatti, io darò ordini e scuoterò, fra tutti i popoli, la casa d’Israele come si scuote il setaccio e non cade un sassolino per terra. 10 Di spada periranno tutti i peccatori del mio popolo, essi che dicevano: “Non si avvicinerà, non giungerà fino a noi la sventura”.

 Commento

Questa visione ci dice una cosa molto importante riguardo la fede e la religione. La visione parla della caduta del tempio che sembrava la cosa più certa, più sicura per il popolo ebreo. Il tempio era diventato la sicurezza della fede per Israele: vado al tempio e questo mi basta e questo mi dà la certezza della salvezza. Non c’è niente che offre la garanzia della fede. L’unica garanzia della fede è l’affidarsi quotidianamente con responsabilità alla parola. Potremmo dire che è suprema libertà e responsabilità questo atto di affidamento e la fede sta proprio in questo atto di fiducia.  Il popolo di Israele e di riflesso i credenti tutti, non hanno nella fede, nel tempio e nell’appartenenza al popolo di Dio la certezza di meritare il paradiso, il premio futuro. Il popolo di Dio accoglie come dono la fedeltà del Signore e ridona come narrazione e testimonianza tale dono ricevuto. Mi sembra che questo modo di procedere chiede all’uomo una doppia responsabilità: quella di riconoscere il dono e quella di tenere vivo il dono ricevuto con la propria testimonianza di vita. Io sono il primo povero amato da Dio e vivo nella certezza che in questa povertà amata c’è tutto quello che serve per rendere felice la mia vita. Confidare nelle belle pietre del tempio vuol dire confidare in qualcosa che è effimero, che passa e di cui al massimo posso provare l’orgoglio per la bellezza di tali pietre.

Preghiamo

Preghiamo per Francesco che oggi è nato e preghiamo per il papà, la mamma e il fratello maggiore

Dal vangelo secondo Giovanni

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

3 pensieri su “Lunedì 9 novembre

  1. elena

    Le cose effimere ci sembrano certezza. Su di esse costruiamo la vita.
    Dio ci riporta ad altre certezze, meno materiali, meno concrete , meno superficiali, meno apparenti. Semplicemente più spirituali, intime, legate da un’adesione appassionata anche se sofferta, al progetto stesso di Dio. Certezze che nascono passo passo attraverso la vita , che sono frutto di scelte e ascolto del proprio spirito e dei doni in esso seminati e nutriti con volontà, desiderio e coraggio.
    Allora Signore, continua a nutrire in noi queste certezze di Te e del tuo amore senza fine.
    Nella preghiera di questa notte voglio ricordare Giulio ed i suoi occhi spenti. Ed un sorriso per Francesco che li apre sulla vita! Possano non smettere mai di stupirsi e di provare la gioia!
    Elena

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  2. sr Rita

    Percuoti il capitello e scuoti gli architravi…” Cosa succede quando uno compie queste azioni? Gli cade tutto addosso. Sembra di sentire la desolazione di qualche persona che dice: mi è caduto il mondo addosso. Il brano di Amos è proprio la descrizione di un crollo, di una catastrofe annunciata e realizzata. Quante situazioni di questo tipo vediamo ogni giorno nel mondo. E Dio dove sta? “Lo sguardo del Signore è volto contro il regno peccatore.” Noi siamo il regno peccatore. Il Signore volge lo sguardo “contro di noi”? Ma il Signore di Gesù Cristo, il Misericordioso, volge lo sguardo su di noi e ci dona pace. Signore, purifica la nostra visione di te e fa che ti accogliamo come il Misericordioso.
    Prego per Elena nel giorno del suo compleanno e per Rebecca, una giovane tedesca che viene a fare un mese di volontariato nella nostra casa.

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  3. sr.Alida

    Nella visione di Amos oggi si vede ancora ,come Dio sembra obligato ad essere severo….mentre ci ricorda che, la garanzia alla nostra fede ,non è solo andare al tempio ,ma affidarsi , alla Sua fedeltà.Questo è sempre il Suo grande dono per noi ,che riceviamo per donarlo.Confidare nell’esteriorità porta alla nostra rovina.Di nuovo mi viene chiesto di vivere con cuore.Mentre ringrazio per i vostri commenti e mi unisco alle intenzioni di oggi ,mi piace in particolare un pensiero di don Sandro :”Sono il primo povero amato da Dio e vivo nella certezza , che in questa povertà amata ,c’è tutto quello ,che serve per rendere felice la mia vita..

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