lunedì 24 luglio

di | 23 Luglio 2023

matteo 13,24-30

Espose loro un’altra parabola, dicendo: “Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. 25Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. 27Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. 28Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. 29“No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. 30Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio””.

Commento

Ancora una volta la lettura di oggi corrisponde in parte con le letture di domenica; visto che ci viene proposta una sola parabola possiamo commentarla con calma. Qui c’è un misto di grano e erba cattiva, la zizzania. Per comprendere tale parabola ci serve un cuore largo e attento, perché in genere noi tendiamo a sradicare subito l’erba cattiva e a lasciare l’erba buona. Così si fa con un orto e questo è già un’impresa faticosa. Immaginiamo con la vita! questa parabola è decisiva per noi credenti in quei momenti della storia in cui ci sentiamo minacciati e pensiamo che si po’ risolvere tutto sradicando tutto, magari con una crociata o una lotta contro il male, pensando che difendere in questo modo la fede può portare esiti positivi. Il padrone del campo invece chiede di lasciare anche l’erba cattiva e lo fa per due motivi. Il primo per un principio di tolleranza. Non siamo chiamati a condividere il male, ma a tollerare l’uomo e a imparare a convivere in modo pacifico con il male che sempre ci sarà. Il secondo motivo è che l’uomo non ha il compito di giudicare e di estirpare, deve solo attendere la misericordia di Dio che nell’ultimo giorno deciderà che fare del bene e del male. Forse Dio vede ben oltre quello che vediamo noi con i nostri giudizi affrettati.

Preghiamo

Preghiamo per chi soffre

3 pensieri su “lunedì 24 luglio

  1. Sabrina

    Dio vede nel cuore…e cerca tra la zizzania anche il più piccolo granello. Quante cose belle stanno nascoste nei luoghi più reconditi del nostro cuore, le lasciamo lì perché a volte fa male ricordare i sentimenti spezzati, le persone che senza volerlo ci hanno lasciato, pensiamo che quelle cicatrici siano qualcosa di brutto che fa male, ma se abbiamo il coraggio di riaprire le ferite e provare a ricucirle, ora che non sono più così sanguinanti, scopriamo quello che di bello era rimasto imprigionato, scopriamo che il dolore della perdita potrebbe essere diventato nuova vita per qualcun altro. Chi si allontana lascia anche una ferita, ma se usiamo l’amore possiamo scoprire che lasciandoci potrebbe avere scoperto la sua strada ed essere felice, e per un amante, un genitore, un amico, un fratello e una sorella la cosa più importante é sapere che l’altro ora sta bene, e questa convinzione può trasformare il dolore in nuova gioia consapevole.

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  2. Elena

    Ci sono incontri con qualcuno o qualcosa di oscuro, con le parti più improbabili dell’essere che ciascuno di noi sperimenta, con cose che ci fanno stare male e che ci fanno scoprire il male, il brutto, il peggio degli altri o di noi stessi. Zizzania… Ne sono intrisi anche i nostri animi. Il male e l’oscuro fanno parte del nostro essere umani. A noi la scelta di chi e cosa vogliamo essere, di quali elementi nutrire la nostra essenza più profonda. Non possiamo estirpare il male, perché anche il male ci insegna molto, ci permette nel tempo di capire e di trovare soluzioni al nostro divenire. Anche ciò che è oscuro, e che in qualche modo ci appartiene, ci permette di crescere se non ce ne lasciamo soffocare. Al Signore del raccolto, di ogni raccolto, il giudizio finale, e la compassione e la misericordia per tutto ciò che portiamo nel cuore.

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