doni alla pari

di | 24 Luglio 2023

Non so come mai, ma mi infilo in una discussione bellissima, ma pericolosa. Quella sugli affetti al maschile e al femminile. Insomma una discussione sull’amore coniugale e di giovani in generale che si vogliono bene. Cerco di evitare queste discussioni, non perché non mi piacciono, ma perché non so bene dove mi portano. Ed infatti è finita proprio così. Non siamo arrivati da nessuna parte, nessuna conclusione. A grandi linee la discussione era posta così: basta l’affetto, l’amore nella vita di coppia. Qualcuno affermava di sì, altri dicevano che serviva altro. Io ero uno di quelli che diceva che serve altro. Adesso visto che sono un prete voi vi aspettate che l’altro di cui parlo io è Dio. Sicuramente Dio ci sta, ma io in quella benedetta discussione dicevo altro: serve un dono alla pari, serve pari dignità tra uomo e donna, tra donna e donna, tra uomo e uomo. Quante volte le donne sono state amate, madri, sorelle, figlie, mogli, compagne, ma quante volte sono state amate nella pari dignità? Questo era il mio discorso. Non basta la dignità degli affetti, serve la dignità di un reciproco rispetto. Il male nei confronti di una persona inizia dal non riconoscerla come  autonoma e distinta da me, che quindi ha un valore in sé stessa indipendente dal valore che le attribuisco io perché “le voglio bene”. Molti abusatori dicono di “voler bene” alle persone di cui abusano, persino i violenti e gli assassini. Ti voglio bene ma non ti riconosco la pari dignità. Dio insegna l’arte del voler bene quando tra i due esiste un reciproco rispetto, una reciproca dignità.  Nel mondo ci sono molti amori sbagliati, che generano solo dolore. E in un mondo dove manca la reciprocità nei diritti, non sono soltanto le donne a soffrire, anche i bambini, gli anziani, i giovani. La parola sacra è un percorso lunghissimo dove non soltanto si vuole mostrare che l’uomo e la donna si amano, ma che ogni uomo e ogni donna hanno pari dignità. Il culmine di questo cammino è in Gesù che dichiara la stessa dignità e reciprocità tra uomo e donna e lo fa accogliendo nel suo gruppo anche delle donne che diventano le discepole del maestro. Cosa impensabile al tempo e forse anche oggi, al massimo potevano e possono servire la chiesa. Ma non è che tutti noi uomini e donne siamo al servizio della chiesa e del mondo con la stessa dignità? Lo sapevo che non dovevo infilarmi in questa discussione. Perché poi io so che non riesco a far silenzio. Comunque sono certo: non basta il dono dell’amore, dell’affetto, serve il dono della reciprocità e del rispetto

2 pensieri su “doni alla pari

  1. Sabrina

    Siamo noi donne o uomini a dover fare la rivoluzione ma non per le strade dento il nostro cuore: se lasciamo spazio alla violenza, alle mancanze, al dolore…questo non é amore. Dobbiamo volerci bene e pretendere il rispetto, ma anche saper accogliere i difetti dell’altro e accompagnarlo in un nuovo modo di vivere l’amore…serve una vita intera! E forse non basta…

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  2. Claudio

    Sono d’accordo con te. Puoi sentire 1000 senzazioni nell’accompagnarti a qualcuno. Deve valere anche per l’altra parte(reciprocità) se no
    si rischia di star bene solo con sé e mano a mano inconsapevolmente addirittura di non occuparci l’un dell’altro… Fine del tunnel?

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