È troppo scontato dire: è colpa di quella famiglia. Con una famiglia così non poteva che succedere che quel figlio… I più raffinati che cercano anche di non giudicare e la prendono più alla larga, cercano di esaminare il problema, ma la conclusione è sempre quella: se i problemi di quella famiglia sono così che cosa può succedere a quel figlio? Non si vuole incolpare nessuno, ma alla fine si esamina la famiglia e si capisce bene che non poteva succedere niente di buono. Poi succede che guardando quella famiglia si scopre che è una “buona famiglia” e allora i conti non ci tornano più. E allora si va alla ricerca di un altro colpevole, le compagnie cattive di quel figlio, magari un incontro difficile con qualcuno, oppure la più simpatica che sento è questa. Mio figlio andava sempre in oratorio adesso non ci va più e le cose vanno male, possibile che non si organizzi mai niente per questi ragazzi anche solo per tenerli lontani dalla strada? Sicuramente il luogo più colpevolizzato è la scuola. I professori non fanno niente di bello per quel ragazzo. È chiaro che le mie sono semplificazioni e meno male che il mondo non funziona sempre così. La parola sacra quando guarda alla storia di Giuseppe non va alla ricerca del colpevole, non va alla ricerca immediata delle cose che non hanno funzionato in quella famiglia per cui alla fine Giuseppe viene venduto dai fratelli. Se vogliamo procedere alla ricerca dei colpevoli di questa ingiustizia realizzata a Giuseppe, con il testo del racconto in mano facciamo presto a cercare il colpevole. Il padre si dice che amava più di tutti i figli, Giuseppe perché era il figlio avuto in vecchiaia. Gli aveva regalato anche una tunica con maniche lunghe, all’ultima moda. Gli altri fratelli solo lavoro. Ce n’è abbastanza per un trattato famigliare su questa questione e dire che quel padre non doveva comportarsi così. Quindi la colpa è del padre che fa preferenze. Ma la bibbia non procede per queste logiche. Essa narra fatti, constata una situazione. Forse il primo grande tema della giustizia che ripara è proprio questo: aver ben chiaro il problema, non giudicare e non colpevolizzare, ma dalla verità del problema, fino alla scoperta della grande ferita che ciascuno porta nel cuore, iniziare un cammino, un percorso che porterà dopo anni alla riconciliazione. Non è colpa del padre o della madre. Noi adulti in genere cerchiamo di mettercela tutta e a volte sbagliamo come ha fatto Giacobbe. Ma la bibbia non butta addosso la colpa al padre, anche lui sarà coinvolto in questo percorso riparativo, senza portare addosso il peso di una colpa, ma nell’attesa di una verità riconciliata.