giuseppe e i suoi fratelli

di | 20 Febbraio 2025

Per parlare della riconciliazione come volontà di poter ricominciare un cammino mi dilungherò un poco nella storia di Giuseppe e i suoi fratelli. Bellissima storia che parte da una ferita e arriva ad un perdono. La conosciamo questa storia: Giuseppe, il sognatore con la tunica dalle lunghe maniche e i fratelli grandi lavoratori che non avevano il tempo per i sogni. E così Giuseppe viene venduto schiavo in Egitto e i fratelli raccontano una storia inventata: un animale lo ha sbranato.  I fratelli lo volevano uccidere, Ruben dice di no e allora viene venduto ad una carovana di Madianiti che lo portano in Egitto come schiavo. Giuseppe non rimane un semplice schiavo, ma diventa  visir, primo ministro del faraone d’Egitto. Lui sa spiegare i sogni al faraone, lui sa organizzare l’economia delle città del regno. Lui sa comprendere che arriva il tempo della carestia e si prepara a quel momento predisponendo magazzini con le scorte di cibo. Ma lui, Giuseppe, rimane con la sua ferita, con il dolore grande da quando i suoi fratelli lo hanno venduto come schiavo. E a casa rimane anche il padre con il suo dolore perché ha perso il suo figlio, quello per cui aveva fatto fare la tunica dalle lunghe maniche. E forse, anzi senza forse, anche i fratelli sono a casa con il peso per tutto quello che è successo. Mi pare che la carestia che arriva su tutto il paese diventa in questo caso l’occasione per un incontro nuovo. Non sempre le sofferenze, le carestie aiutano a ritrovarsi. Oggi mi sembra il tempo in cui le carestie del mondo mettono tanti uomini nelle condizioni di costruire muri di indifferenza e di chiusura. Nella storia di Giuseppe e i suoi fratelli succede qualcosa di straordinario.

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