At 9,1-9
1 Saulo, spirando ancora minacce e stragi contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote 2 e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco, al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme tutti quelli che avesse trovato, uomini e donne, appartenenti a questa Via. 3 E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo 4 e, cadendo a terra, udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perséguiti?». 5 Rispose: «Chi sei, o Signore?». Ed egli: «Io sono Gesù, che tu perséguiti! 6 Ma tu alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare». 7 Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce, ma non vedendo nessuno. 8 Saulo allora si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco. 9 Per tre giorni rimase cieco e non prese né cibo né bevanda.
Commento
Entra in gioco Paolo, che fino alla conversione si chiamava Saulo. Insieme a Pietro diventerà l’apostolo per eccellenza. Anche Saulo ha fatto il suo percorso di Conversione per arrivare ad essere Paolo, l’apostolo delle genti. Questo episodio è tanto importante che, nel libro degli Atti, viene raccontato tre volte.. Questo perché chiamare Paolo è stata una svolta! Chi si aspettava che venisse chiamato Paolo? lui che perseguitava i cristiani! È stato chiamato improvvisamente e proprio questa chiamata improvvisa è stata una svolta per la Chiesa. La chiamata di Paolo appare come una chiamata improvvisa. lui la sente come una chiamata che gli è piombata addosso senza che ci fosse alcunché a prepararla. E allora Dio può chiamare anche improvvisamente. Ma Luca risale a qualcosa che può fare da radice nella vocazione di Paolo, da elemento ‘preparatorio’. si dice chiaramente che Paolo si trovava tra coloro che approvavano l’uccisione di Stefano. Saulo forse non lo sapeva, ma prima della sua chiamata aveva conosciuto una comunità cristiana forte, era entrato in contatto con una comunità cristiana molto convinta. Lui non ci aveva pensato, ma questo era stato importante nella sua vita. Prima della sua chiamata, c’è stato il buon esempio che ha ricevuto. Il buon esempio di una comunità che è stata coraggiosa fino al martirio. Paolo ha visto un uomo morire pregando e perdonando i suoi nemici, Stefano. Nella nostra vita, senza che noi ce ne accorgiamo, lo sappiamo, prima di questo momento – della chiamata – ci sono state tante persone che hanno preparato la vocazione, persone che per noi hanno pregato, che ci hanno dato il buon esempio, mostrandoci che vale la pena seguire il Signore. Magari non ce ne si accorge, ma siamo anche frutto di questi buoni esempi, della testimonianza di altri. Persino per Saulo, la cui chiamata sembrerebbe preparata da nulla, si riesce a trovare qualche buon esempio, elemento che sta a radice della sua vocazione.
Preghiamo
Preghiamo per chi ancora nel mondo soffre per il coronavirus
Chiedo una preghiera per Ariel. Possa il suo cuore trovare pace all’inquietudine che lo divora e non gli permette di vivere dignitosamente. Una preghiera per la sua famiglia.
Si ci sono sempre testimonianze del bello di vivere con il Signore ,che il cammino sia memoria anche del bene ed esempio ricevuto mi unisco di cuore alla preghiera per quanti ancora soffrono per il coronavirus per Ariel e famiglia e le intenzioni che abbiamo in cuore