melanzana

di | 9 Luglio 2020

Ieri i ragazzi del cre hanno lavorato un poco, piantando piante officinale e giocando con fiori e foglie. Che foglia è, che cosa mi dice, che cosa sento, che profumo ha… piccola ma significativa esperienza. Poi quando se ne vanno viene un amico a trovarmi e parliamo un po’ e la sera mentre mi appresto a bagnare l’orto una visita bella che attraverso il dialogo reciproco rallegra l’anima. Mi rimane solo una cosa: bagnare il mio orto. Lo guardo mentre lo bagno e capisco che è trascurato. E allora gli parlo un po’. Follia di uno che arriva alla sera stanco, ma sereno. E così vedo le melanzane. Qualcuna comincia ad essere matura, le altre hanno bisogno di un sostegno, altrimenti le melanzane spaccano i rami con il loro peso. Tutte cose che vanno fatte, ma che intanto rimandiamo. E intanto penso alla melanzana. Guardo il ramo principale che sostiene gli altri rami. Lo vedo come rigido per il troppo peso che deve sostenere. Esiste una rigidità nella vita che è quella di chi rispetta le regole in maniera rigida. Non è il caso della melanzana, che non so se rispetta tutte le regole della crescita. La sua rigidità è dovuta alla fatica di dover sostenere tutto il peso solo su quel unico ramo diritto. E allora penso a chi porta la fatica della vita da solo e magari porta anche quella degli altri, perché gli altri non ce la fanno da soli. Pur di non spezzare il ramo della vita diventano rigidi; magari la qualità da mettere in atto è la resilienza, non la durezza. Vorrei dire alla mia melanzana di non essere rigida, ma resiliente. Non mi piacciano tantissimo le melanzane, però me le mangio, in fin dei conti è un dono dell’orto anche la melanzana. Non so mai quando è matura e quindi la tolgo dalla pianta al momento sbagliato. È come chiedere ad figlio di essere pronto, maturo per andare e lui non lo è mai. Noi adulti abbiamo fretta, lui non si decide mai. Ed è guerra. Come è guerra con la mia melanzana: io arrivo per raccoglierla e lei mi dice: ma io sto così bene qui, lasciami ancora un po’. A volte mi intenerisco e la lascio altre volte non mostro pietà e la raccolgo. Non guardo se è matura, ma se mi muove pietà o decisione. Quale è la giusta misura della maturità? Chi lo sa! Quando la prendo tra le mani è ruvida, punge e allora metto i guanti: la melanzana ha un carattere ruvido e quindi va trattata con i guanti, con attenzione. Forse è anche un po’ permalosa, quando mi avvicino la prendo in giro e allora punge. In mezzo all’orto però fa la sua bella figura. Anche lei ci sta e ci sta bene. Ogni carattere ci sta nel mondo e deve imparare a starci bene. Il viola non è il mio colore preferito, in genere preferisco il rosso. Ma quando guardo il viola delle mie melanzane mi rendo conto che ogni colore trova casa presso l’orto. Stanno vicino al basilico e ai peperoni. Da anni quando pianto le melanzane le accosto ai peperoni e al basilico. Non so perché. Infatti il suo carattere ruvido le impedisce di socializzare con gli altri. Ma una cosa mi ha stupido oggi mentre le guardavo: un ramo di una melanzana si era allungato fino a toccare il basilico. Ho pensato: anche la ruvida melanzana cerca compagnia. Nessuno può stare da solo.

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