giovedì 25 giugno

di | 24 Giugno 2015

home2Esodo  9,13-35

13 Poi il Signore disse a Mosè: «Alzati di buon mattino, presentati al faraone e annunziagli: Dice il Signore, il Dio degli Ebrei: Lascia partire il mio popolo, perché mi possa servire! 14 Perché questa volta io mando tutti i miei flagelli contro di te, contro i tuoi ministri e contro il tuo popolo, perché tu sappia che nessuno è come me su tutta la terra. 15 Se fin da principio io avessi steso la mano per colpire te e il tuo popolo con la peste, tu saresti ormai cancellato dalla terra; 16 invece ti ho lasciato vivere, per dimostrarti la mia potenza e per manifestare il mio nome in tutta la terra. 17 Ancora ti opponi al mio popolo e non lo lasci partire! 18 Ecco, io faccio cadere domani a questa stessa ora una grandine violentissima come non c’era mai stata in Egitto dal giorno della sua fondazione fino ad oggi. 19 Manda dunque fin d’ora a mettere al riparo il tuo bestiame e quanto hai in campagna. Su tutti gli uomini e su tutti gli animali che si trovano in campagna e che non saranno ricondotti in casa, scenderà la grandine ed essi moriranno». 20 Chi tra i ministri del faraone temeva il Signore fece ricoverare nella casa i suoi schiavi e il suo bestiame; 21 chi invece non diede retta alla parola del Signore lasciò schiavi e bestiame in campagna. 22 Il Signore disse a Mosè: «Stendi la mano verso il cielo: vi sia grandine in tutto il paese di Egitto, sugli uomini, sulle bestie e su tutte le erbe dei campi nel paese di Egitto!». 23 Mosè stese il bastone verso il cielo e il Signore mandò tuoni e grandine; un fuoco guizzò sul paese e il Signore fece piovere grandine su tutto il paese d’Egitto. 24 Ci furono grandine e folgori in mezzo alla grandine: grandinata così violenta non vi era mai stata in tutto il paese d’Egitto, dal tempo in cui era diventato nazione! 25 La grandine colpì, in tutto il paese d’Egitto, quanto era nella campagna: uomini e bestie; la grandine colpì anche tutta l’erba della campagna e schiantò tutti gli alberi della campagna. 26 Soltanto nel paese di Gosen, dove stavano gli Israeliti, non vi fu grandine. 27 Allora il faraone mandò a chiamare Mosè e Aronne e disse loro: «Questa volta ho peccato: il Signore ha ragione; io e il mio popolo siamo colpevoli. 28 Pregate il Signore: basta con i tuoni e la grandine! Vi lascerò partire e non resterete qui più oltre». 29 Mosè gli rispose: «Quando sarò uscito dalla città, stenderò le mani verso il Signore: i tuoni cesseranno e non vi sarà più grandine, perché tu sappia che la terra è del Signore. 30 Ma quanto a te e ai tuoi ministri, io so che ancora non temerete il Signore Dio». 31 Ora il lino e l’orzo erano stati colpiti, perché l’orzo era in spiga e il lino in fiore; 32 ma il grano e la spelta non erano stati colpiti, perché tardivi. 33 Mosè si allontanò dal faraone e dalla città; stese allora le mani verso il Signore: i tuoni e la grandine cessarono e la pioggia non si rovesciò più sulla terra. 34 Il faraone vide che la pioggia era cessata, come anche la grandine e i tuoni, e allora continuò a peccare e si ostinò, insieme con i suoi ministri. 35 Il cuore del faraone si ostinò ed egli non lasciò partire gli Israeliti, come aveva predetto il Signore per mezzo di Mosè.

Commento

Ormai tutto il tempo, tutti gli spazi, tutti i luoghi sono come presi dentro questa vorticosa lotta tra Mosè e il faraone. Il popolo  è come uno spettatore inconsapevole che vede cadere su di se la rovina sapendo bene che lui non ha nessuna colpa. Gli affari dei grandi, che siano buoni  o meno, buoni ricadono sempre sui più deboli inermi e indifesi. Mi sembra anche di notare che ormai il cerchio si stringe sempre di più, siamo ormai al cuore del problema: il cuore duro del faraone. Questa grandinata con l’avviso di mettere in salvo il bestiame, mi fa venire in mente il diluvio universale, chi crede alla parola di Dio, come Noè si salva e mette in salvo. Chi non crede perde tutto, perché “lasciò tutto in campagna. La discriminante per la salvezza è sempre la fiducia nella parola vera, quella di Dio. Torniamo al cuore del problema, il cuore del faraone: sembra che questo ultimo avvenimento così drammatico possa smuovere il cuore indurito del faraone. Per attimo vi è come un sussulto: questa volta ho peccato, vi lascerò partire. Ma si tratta solo di un attimo, forse dettato dalla paura. Quando tutto ritorna normale il faraone torna nel suo cuore ostinato e continuò a peccare. Voglio concludere con queste piccole osservazioni. Tutto questo percorso serve per mostrare la potenza di Dio, cioè la sua capacità di mostrarsi come il vero Dio, che salva, scalzando la potenza effimera del faraone. È un percorso lungo, perché deve fare i conti con il cuore duro del faraone che non cede di un passo. Non è forse così la lotta fra bene e male? Un lungo percorso che a volte dura tutta una vita.

 

Preghiamo

Vorrei ricordare due persone che oggi ci hanno lasciato: Rosi la mamma di Giorgio e Silvano Fausti grande biblista gesuita. Lo chiamavano il biblista delle periferie.

 

Dal Vangelo secondo Matteo

 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.

4 pensieri su “giovedì 25 giugno

  1. Tiziana

    quanto può essere duro il cuore dell’ uomo, duro, ostinato e chiuso.
    Aiutami Signore a far sì che il mio cuore sia aperto all’ ascolto della Tua Parola, pronto ad accogliere, capace di riconoscere la Tua grandezza e la Tua forza, la grandezza e forza dell’ Amore.

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  2. Elena

    Un sussulto, nel cuore del faraone, dettato da un tentativo di scendere a patti per la paura.Ma a Dio on la si fa, la durezza è là, appena smesso il segno della potenza di Dio, e già ricomincia il gioco di potere del faraone.
    Quanto vuote sono a volte le nostre parole, dettate da entusiasmo, o paura, o emotività… Poi, scegliere di restare nel bene, nel buono e nel’amore è tutt’altra cosa. Dove si nasconde la nostra coerenza, la nostra fedeltà, la nostra fede in Dio?
    E dove ci conduce la nostra durezza di cuore? Dice bene il Vangelo: tra il dire e il fare..
    Ti chiedo mitezza, questa sera, in cui le parole sono sferzate. Ti chiedo una fede piena e matura, che superi le mie contraddizioni ed il mio competere in onnipotenza. Ti chiedo la pazienza nell’accettarmi con le mie durezze di ogni giorno e di perdonare il male che ne scaturisce.
    Mi unisco alla preghiera per le persone che sono tornate al Padre e vorrei ricordare Daniela, che oggi è passata di ruolo come insegnante e che si sta preparando per un viaggio in terra di Missione in Africa. Che i suoi passi sul terreno delle esperienze chiamata a compiere, siano passi fermi e lascino una impronta sicura, traccia per altri dopo di lei, e che il suo cuore trovi la serenità e le risposte che cerca!
    Un buon nuovo giorno per tutti…. Elena

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  3. Luca

    Oggi abbandono il solco della riflessione sulla durezza del cuore del faraone e, tento con un parallelo azzardat. Accostando a questi capitoli delle piaghe l’enciclica del papa, vedo in quest’uomo il nuovo Mosè che di fronte alla durezza della nostra società occidentale ci mette di fronte alle nuove piaghe d’Egitto, che come dice giustamente il don Sandro si abbattono sul popolo innocente.
    Signore ti prego perché la nostra civiltà non sia sorda come il faraone, e non ci sia bisogno di una nuova “ecatombe dei primogeniti” per aprire gli occhi di uomini di potere e semplici cittadini di fronte alla distruzione del creato.

    Buona giornata a tutti!

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  4. suor Rita

    La dialettica tra Faraone e Dio – mediato da Mosè-, si fa sempre più serrata. Mi fa sorgere una domanda: se io fossi al posto di Mosè cosa farei? Da una parte c’è Faraone che non vuol capire e quando sembra ver capito si burla di Mosè. Dall’altra c’è Dio che manda, che ordina, che mette allo sbagaglio questo povero Mosè. Perché non ci va Lui, direttamente? Mi sembra la sorte di tanti genitori, educatori, operatori pastorali che hanno un preciso mandato…incontrano resistenza…vedono vanificati i loro sforzi…e devono ogni volta ricominciare da capo. Come è difficile e lungo il percorso di liberazione che è richiesto a ciascuno di noi per competere col faraone che ci portiamo dentro, coi faraoni di turno nella chiesa, nella politica, nelle relazioni familiari e comunitarie…Ci sia data la sapienza e la perseveranza nel credere che vale la pena ritentare ogni giorno, ogni volta con la fiducia che avevamo la prima volta.
    Prego con riconoscenza per Don Silvano Fausti dei cui scritti mi sono nutrita molte volte e per la mamma di Giorgio: dalle periferie di questo mondo incontrando il CENTRO ci ottengano coraggio per l’inedito.

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