Giovedì 23 luglio

di | 22 Luglio 2015

Esodo  20home2,18-26

18 Tutto il popolo percepiva i tuoni e i lampi, il suono del corno e il monte fumante. Il popolo vide, fu preso da tremore e si tenne lontano. 19 Allora dissero a Mosè: «Parla tu a noi e noi ascolteremo, ma non ci parli Dio, altrimenti moriremo!». 20 Mosè disse al popolo: «Non abbiate timore: Dio è venuto per mettervi alla prova e perché il suo timore vi sia sempre presente e non pecchiate». 21 Il popolo si tenne dunque lontano, mentre Mosè avanzò verso la nube oscura, nella quale era Dio. 22 Il Signore disse a Mosè: «Dirai agli Israeliti: Avete visto che vi ho parlato dal cielo! 23 Non fate dèi d’argento e dèi d’oro accanto a me: non fatene per voi! 24 Farai per me un altare di terra e, sopra, offrirai i tuoi olocausti e i tuoi sacrifici di comunione, le tue pecore e i tuoi buoi; in ogni luogo dove io vorrò ricordare il mio nome, verrò a te e ti benedirò. 25 Se tu mi fai un altare di pietra, non lo costruirai con pietra tagliata, perché alzando la tua lama su di essa, tu la renderesti profana. 26 Non salirai sul mio altare per mezzo di gradini, perché là non si scopra la tua nudità

Commento

il popolo è come consapevole di quanto di eccezionale sta succedendo e chiede a Mosè di parlare. il popolo non può parlare direttamente con Dio. Non è più il tempo del paradiso terrestre quando l’uomo conversava con Dio e non vi era nessuna paura. ora l’uomo è consapevole del suo limite e teme il Signore. non nel senso di paura di Dio, ma di rispetto, di giusta distanza. l’uomo può solo ascoltare. questa giusta distanza verrà colmata dal nuovo Mosè, Gesù Cristo. Lui si avvicinerà all’uomo, l’uomo in Gesù riprenderà a dialogare con Dio. comunque l’uomo rimane sempre in questa situazione di ascolto e di rispetto del divino . Dio, parlando attraverso la voce di Mosè, chiede subito una cosa: non ci si può mescolare con gli dei pagani, nemmeno si può pensare di raffigurare dei con oro e argento. Qui viene riaffermata l’unicità del Dio di Israele. Dio, il liberatore è uno solo, gli altri dei sono semplici idoli. Dio non lo si può raffiguare con statue di oro e argento perchè l’unica immagine vera di Dio è l’uomo vivente, creato ad immagine e somiglianza di Dio. Tutto nel culto deve essere semplice, infatti si parla di altari non fatti con pietra tagliata. forse tutto questo che stiamo dicendo è anche un invito a non seguire i culti dei popoli Cananei, con i quali Israele entra in contatto durante il viaggio nel deserto. insomma si ribadisce in maniera radicale l’unicità di Dio e del culto di Israele. In conclusione, tutto sembra invitare e indurre verso un rapporto semplice e umile con Dio attraverso la mediazione di Mosè che parla con Dio e riferisce al popolo quello che Dio dice.

preghiamo

Preghiamo perchè la chiesa possa riscoprire un culto a Dio unico, semplice e vivo.

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.  Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

2 pensieri su “Giovedì 23 luglio

  1. elena

    Che meraviglia pensare e sentirsi parte viva di Gesù. Portare frutto in Lui attraverso una vita semplice e buona. Vivere in Lui , di Lui, per Lui dà gioia e pienezza. Nulla viene sprecato o perduto. … Grazie Signore per i tuoi doni di vita!
    E che timore di fronte al Dio di Mosè. Non credo fosse solo rispetto quello vissuto dagli Israeliti, mi pare proprio timore… paura. Io non voglio avere paura di Dio. Mi piace pensare ad un Dio amorevole , vicino aull’uomo attraverso suo figlio , il figlio amato. … Prego per una chiesa vicina a Dio , all’unico Dio di amore e vicina all’ uomo . Elena

    Rispondi
  2. suor Rita

    Mi piace vedere la fiducia che il popolo, in questo momento, ripone in Mosè: gli chiede di farsi mediatore presso Dio. Non so se il popolo avesse paura nel senso negativo del termine o avesse il sacro timore, cioè la preoccupazione di non far male a Dio, un eccesso di rispetto, quindi. Il compito chiesto a Mosè, mi pare sia lo stesso che viene chiesto ad ogni cristiano e ad ogni operatore pastorale in particolare. Ascoltare Dio che parla. Riferire al popolo la parola che Dio ha pronunciato. Portare a Dio il grido e le attese del popolo. Stare in mezzo come canale di comunicazione. E questo chiede di avere un contatto diretto con Dio e con il popolo, senza cadere in spiritualismi disincarnati e neppure in pragmatismi oscuri.
    In questi giorni qui al Maniva passano gruppi di ragazzi e giovani che stanno facendo il campo scuola e sono guidati da suore, da curati e da animatori. Voglio pregare per loro e per tutti quanti sono coinvolti in queste belle iniziative affinché la mediazione tra Dio e i ragazzi/giovani sia efficace.

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.