Quest’oggi vado sul sicuro. Per commentare il finale di Giobbe e della sofferenza ingiusta mi affido a uno che ha provato sulla sua pelle la sofferenza ingiusta. Si tratta di don Roberto che è una certezza in questo genere di riflessioni. Nel suo libro verso il monte degli ulivi dedica un capitolo proprio alla vicenda di Giobbe. io per chiudere con questa storia della sofferenza prendo le sue parole. mi sembra una conclusione quasi perfetta. Perché solo don Roberto poteva parlare così di Giobbe e del dolore. Ecco la citazione. Con una premessa. Il libro narra che dopo che Giobbe rimase solo con la sua malattia intervennero degli amici per commentare quanto è successo. La questione posta dagli amici è semplice: se sei rimasto solo e nella sofferenza vuol dire che hai commesso qualcosa di sbagliato. Giobbe rifiuta questa logica. E da qui ecco la citazione del libro di don Roberto: “ Di solito si cita la pazienza come principale virtù di Giobbe, perché è stato ad ascoltare questi quattro amici teologi, ma credo sia più giusto parlare della forza enorme che Giobbe ha avuto per difendersi dalle accuse degli amici, senza cadere in depressione. Perché una persona ammalata è più debole e più fragile di una persona che sta bene. Le paure di una persona che soffre sono vissute sempre in modo più ingigantito.…. Giobbe ha bisogno di Dio, non vuole rinunciare a Dio, e allora cerca un Dio più buono di quello che raccontano e descrivono gli amici. Nella sua disgrazia Giobbe cerca un Dio più giusto di quello che i suoi padri e gli anziani gli hanno descritto e insegnato. È come quando un cristiano adulto non può più accontentarsi della breve risposta del catechismo imparato da bambino, ma deve cercare una risposta più rispettosa dell’uomo e di Dio. A volte questa riflessione diventa molto complessa, e forse non ce ne sarà mai una definitiva, finché siamo su questa terra. Giobbe non troverà la risposta ultima al problema del male ma dichiarerà la sua fede nella bontà di Dio anche se lui Giobbe non capisce. Giobbe in concreto è come se dicesse: se Dio è quello che dite voi, io non lo accetto. Di sicuro ci sarà un altro Dio, più buono e più grande che giudicherà il vostro Dio. Questo non è scritto nel libro, ma si ricava scavando dentro le parole di Giobbe. Inoltre Giobbe chiede che nessuno si approfitti della sua attuale condizione di debolezza, malattia, tristezza; chi lo fa, è disonesto. Degna conclusione al tema della sofferenza di un uomo come don Roberto. Meglio di così. Don Roberto, moderno Giobbe ha cercato sempre un Dio più buono e più grande di quello che aveva conosciuto. Don Roberto ha saputo trovare un Dio più buono di quello che possiamo immaginare, perché ha scavato fino all’ultimo giorno dentro il mistero del suo corpo malato e ha trovato consolazione da parte degli amici, che non gli hanno dato spiegazioni del perchè del dolore, ma lo hanno consolato con una presenza buona.
Grazie….
Grazie don Roberto, grazie don Sandro presenza buona e costante accanto a lui
Grazie Don Ale, per la condivisione e per quanto hai fatto, e grazie a tutti gli ammalati che ci hanno permesso di essere amici/fratelli seppur nella sofferenza, accogliendo anche i nostri limiti oltre a quelli dati dalla malattia e rivelandoci/accostandoci al volto di Cristo sofferente.
Se è vero che Cristo è in ognuno di noi, penso (magari sbagliando) lo sia ancor di più in uomini e donne che vivono la loro malattia pregando e pregano ogni giorno con la loro vita sofferente, dando a me una testimonianza più grande di qualsiasi lezione di catechismo. Questo forse è semplicemente essere o farsi più umani…che Dio ci aiuti in questo.
Questo il Dio in cui tutti vorremmo credere. Questo il modo fi vivere il dolore
Duo esiste in ogni persona. bisogna solo scoprire il buono che ci suggerisce e viverlo.