Si può sbagliare. Io combino errori a quantità industriale… anche ieri. Un errore dietro l’altro. E non mi convince sempre quella teoria che dice che dagli errori si impara, gli errori fanno crescere. E altre teorie simili. Io in fin dei conti non voglio sbagliare.. Il primo problema di quando commetto un errore non è imparare qualcosa di nuovo, ma l’arrabbiatura per aver sbagliato ancora. Il secondo passaggio di quando commetto un errore è quello di doverlo ammettere. Ammettere la mia incapacità, il mio essere imbranato, le mie parole sbagliate. In genere mi viene facile chiedere scusa per gli errori che commetto. E così accetto volentieri le parole di B. Brecht che dicono: “Sto lavorando duro per preparare il mio prossimo errore. Ma l’errore di cui vi voglio parlare oggi è bellissimo, generativo, ingenuo, ma vitale. Da questi tipi di errori dovremmo imparare. Stavo pulendo l’orto dalle erbacce quando vedo una piantina che non mi sembra erba cattiva. La guardo meglio era un ravanello. che ci fa un ravanello in mezzo ai fagioli mi sono detto. E poi guardo le insalate ancora ravanelli e poi nelle cipolle. Insomma foglie di ravanelli un po’ dappertutto. Chi è la fata che ha piantato ravanelli dappertutto? E poi ho capito il tipo di errore commesso. Qualche mese fa avevo messo della terra nera in alcune cassette e poi ci avevo seminato dei ravanelli. Visto che avevo necessità di terra nera, ma non avevo il sacco ho preso quella delle cassette e l’ho buttata nell’orto, non ricordandomi che ci stavano anche i ravanelli. E loro grazie al mio errore sono cresciuti in mezzo al mio orto. La natura ha rimediato al mio errore, ha rimesso in ordine le mie dimenticanze, ha generato frutti che non mi aspettavo e che non avevo progettato. Ecco la bellezza di questo errore: le generatività ostinata di madre terra. Ma forse la vita è proprio così. Se tento io di rimediare ai miei errori non ci ricavo molto, anzi peggioro la situazione. Se lascio fare ad altri forse qualcosa di bello succede. Se mi affido a madre terra, all’uomo, alla donna, a Dio un errore diventa una grazia. Questa è anche la via del perdono. Affido ad altri i miei errori perché l’altro mi possa perdonare e possano aiutarmi a rimediare. La cosa interessante è che di tutto quanto è successo ieri, fino a quando non ho visto i ravanelli non me ne ero proprio accorto, dimenticato… quasi a dire che la maggior parte dei nostri errori sono come dimenticati. La grazia e il perdono ci aiutano a ricordare e a vedere il nuovo che nasce dall’errore. Solo se affido all’ uomo misericordioso e a Dio Padre di misericordia i miei errori dimenticati o ricordati posso rinascere.
Sembra potente in modo negativo questa parola e invece lo è in modo positivo…grazie don Sandro..