dubbio

di | 16 Febbraio 2022

A Rosciano è comparsa la neve, poca ma è arrivata. La giornata è stata tutta di un freddo e di una nebbia umida che metteva un po’ di tristezza. Sappiamo che ci voleva, manca acqua. Sappiamo anche che il poco di acqua e neve che è scesa dal cielo non basta per superare l’emergenza idrica. Eppure questa nebbia mi ha fatto pensare un po’. A tavola si ragiona e si scommette su quando tornerà il sole. Ciascuno ha guardato il suo meteo sullo smartphone e ha sparato la sua ipotesi. Io mi affido al vecchio e caro servizio meteorologico dell’aeronautica militare. Il dubbio rimane: quando tornerà il sole? Perché la fede richiede un dubbio, la necessità di un dubitare. Esistono due tipi di dubbi. Il primo è quello dell’uomo in ricerca, dell’uomo che nel momento in cui  dubita, va alla ricerca della verità. Nel dubbio l’uomo cercatore di infinito si mette in movimento e cerca di capire, cerca una via per risolvere il dubbio. E quando trova una verità convincente si affida a questa verità, fino al prossimo dubbio. Diciamo che questa è il risvolto positivo del dubbio che porta alla fede. Esiste poi un secondo dubbio. È un dubbio che non mi piace, ma che sono costretto molte volte ad assumere nella mia vita.- è il dubbio che crea sfiducia, che non chiarisce; è il dubbio che insinua non un dubbio che sa di ricerca, ma di imbroglio, di ipocrisia. È il dubbio di chi si trova di fronte a qualcuno che sa già dove vuole andare nella sua vita, ma non te lo spiega; sembra quasi che ogni volta che chiedi un chiarimento, ricevi silenzio e allora il dubbio aumenta. è il dubbio del non detto. E con questo dubbio nasce la sfiducia. Non si può pensare ad un cammino di fede se manca la limpidezza e la chiarezza degli intenti. Troppe volte succede così tra gli uomini. E allora nasce la grande sfiducia reciproca. E con Dio? Forse è l’uomo che non è mai chiaro con Dio. Lui è lì, nella sua chiarezza. Noi siamo lì, con la nostra fede oscillante non tanto tra la sincerità di un dubbio che mi porta a cercare, quanto per la mia fede, fiducia, vissuta in maniera poco limpida. Dico di credere, pratico riti che narrano la fede, ma la mia fede è ben lontana dalla pratica del vangelo. E così alla fine non c’è mai un atto di fiducia piena nel Signore. E in me si insinua il dubbio della fede, non più come ricerca, ma come sfiducia. Sono giorni un po’ così, dove la nebbia prevale sul sole, dove la sfiducia prevale sulla fede, dove la chiusura prevale sull’apertura. Certo che tornerà il sole, ma nell’attesa scrutiamo tutti i meteo possibili per trovarne uno degno di fiducia. E aspetto di vedere se il mio ha ragione e sa ha ragione è affidabile e non lo cambierò più, anzi non lo cambierò più fino a quando sbaglierà.

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