dono e denaro

di | 20 Luglio 2023

Facciamo i nostri conti e valutiamo se vale la pena fare quell’affare. Facciamo i nostri conti e alla fine valutiamo se quel progetto si può realizzare. E poi andiamo avanti così. Valutiamo e decidiamo. A volte mi sembra che facciamo così anche con le amicizie, con gli affetti, con l’amore. Valutiamo e decidiamo se vale la pena fare quell’affare. Anche gli affetti rischiano di entrare in questa logica di affare e di guadagno. Lo dico in un altro modo: che cosa ci guadagno? Se vale l’affare è ok, altrimenti decliniamo l’invito. Un uomo fa i suoi interessi, guarda ai costi e i benefici dell’affare e poi sceglie. Come tanti, come molti uomini, quasi tutti. Questa logica può andar bene quando c’è di mezzo un campo, una casa, un affare economico, ma non dovrebbe valere con le persone, quando ci sono di mezzo le persone. Prima ancora di iniziare un ragionamento è già stata bloccato ogni tentativo di pensiero e di iniziativa sul salario minimo. E qui ci sono di mezzo le persone. Per il mio poco sapere su queste  questioni quando ci sono di mezzo le persone i conti cambiano, non si possono fare conti e contabilità come per un bilancio economico. Gli uomini sono vivi e liberi, non riusciamo ad anticipare i costi e i benefici che ci porteranno. Gli uomini e lo donne  sono carne e cuore vivi, anche quando si ritrovano dentro economie e contratti che non hanno disegnato loro. Con loro dovremmo avere dei criteri completamente diversi. E così abbiamo come due economie: quella del profitto dove sono inseriti costi e benefici anche umani e l’altra economia quella dello sguardo sulle persone, dove la prima risorsa sono le persone viste nelle loro relazioni e nella loro personalità.  Nella prima economia le persone rischiano di essere solo complicazioni per le loro idee, per i loro progetti. Nessuno mi vieta di pensare che nella guerra la contabilità di costi e benefici inserisce anche quante persone vale la pena di sacrificare e quanto vale dal punto di vista economico inventare notizie false. Nella seconda economia le persone sono ricchezze da valorizzare, in questa economia del dono prima si vedono le persone e poi le case e le cose.

Un pensiero su “dono e denaro

  1. Sabrina

    Come é ancora possibile credere che il profitto valga più dell’uomo? Quante persone devono ancora rimanere abbandonate al loro destino senza scampo …l’economia del dono sembra un’utopia ma é l’unica che può salvare il mondo! Grazie delle tue riflessioni che spezzano le catene della mente e aprono il cuore. Su ogni notizia tu decidi di razionalizzare senza rabbia e dare l’alternativa per una nuova possibile strada.

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