17 domenica T. Ordinario – Dal Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».
Commento
Il vangelo di questa domenica è la continuazione del vangelo di domenica scorsa, quello della condivisione dei pani e dei pesci. Oggi vediamo la prima parte della spiegazione di questo segno di Gesù. La domanda di fondo è la stessa domanda che pone la folla a Gesù: che cosa dobbiamo compiere per fare l’opera di Dio? cioè cosa vuol dire seguire Gesù? Che cosa dobbiamo fare per essere suoi amici? L’opera di Dio non è fatta di comandamenti, ma di relazioni buone, non è fatta di leggi, ma di impegno a favore dell’umanità, soprattutto quella sofferente. Questo è il fare di Dio e questo è chiamato a fare il discepolo. Gesù insegna alla folla e a tutti noi che esiste un solo modo per fare questa opera di Dio: nutrici di Dio stesso e del suo corpo per conformare la nostra vita a Gesù stesso. Io sono il pane della vita significa credere che Gesù donando se stesso nel suo corpo dona la vita all’uomo, crea la vita dell’uomo. Io sono il Pane della vita, il pane che alimenta la vita. L’uomo nasce affamato e il pane della vita sazia la fame, ma poi la riaccende di nuovo e sveglia in noi «il morso del più», un desiderio di più vita che morde dentro e chiama, una fame di più libertà e più creatività e più alleanza. Dio non dà cose, Egli non può dare nulla di meno di se stesso. Ma dandoci se stesso ci dà tutto. Siamo davanti a uno dei vertici del Vangelo, a uno dei nomi più belli di Dio: Egli è nella vita datore di vita. Dalle sue mani la vita fluisce illimitata e inarrestabile.
Preghiamo
Preghiamo per Vanna che è in ospedale
Gesù è il pane che sazia, che sostené, che dà energia per vivere di comunione con lui e con tutti gli uomini nostri e suoi fratelli. Ci è chiesto però un impegno: darci da fare per credere!!!
E dato che la nostra fede è pressoché un poco traballante, sia Lui stesso a rafforzare la nostra ricerca.
Darsi da fare per un cibo che non perisce ,è ciò che importa equivale ad amare come il Signore ci ha insegnato ,nel feriale e nel giorno di festa ,nel buono e nel cattivo tempo ,un pane che non si consuma che dato a noi nuovo ogni giorno ,,,Prego per Vanna e per ogni cristiano perchè sappiamo capire quale pane è necessario a noi e ai nostri fratelli
Gesù, pane di vita, quello che non si esaurisce mai, qualunque cosa ci accada. Dacci sempre di questo pane, di Te, affinché questa fame si esaurisca in Te, Signore d’amore…. Tutto il resto finisce, tutto il resto avanza e resta alla terra. Ma davvero abbiamo bisogno di altro. Una preghiera per Vanna e per Nicoletta.