Domenica 27 ottobre ’19 – 30 domenica T. Ordinario – Dal vangelo di Luca
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per
alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli
altri:
«Due uomini
salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando
in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli
altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano.
Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano
invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma
si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi,
a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si
esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato.
Commento
I farisei erano devoti alla legge, cercavano di contrastare il generale rilassamento del popolo di Israele osservando con scrupolo ogni piccolissima direttiva della legge di Dio. L’elenco che il fariseo fa, di fronte a Dio, è corretto: per zelo il fariseo paga la decima parte dei suoi introiti, non soltanto come tutti, dello stipendio, ma finanche delle erbe da tisana e delle spezie da cucina! Qual è allora, il problema del fariseo? Semplice, dice Gesù, è talmente pieno della sua nuova e scintillante identità spirituale, talmente consapevole della sua bravura, talmente riempito del suo ego (quello spirituale, il più difficile da superare), che Dio non sa proprio dove mettersi. Peggio: invece di confrontarsi con il progetto che Dio ha su di lui, come lo ha su ciascuno di noi, il fariseo si confronta con chi a suo parere fa peggio, con quel pubblicano, lì in fondo, che non dovrebbe neanche permettersi di entrare in chiesa! Questo è il nocciolo della questione: avviene che ci mettiamo – sul serio! – alla ricerca di Dio, ma non riusciamo a creare uno spazio interiore sufficiente perché egli possa manifestarsi. Con la testa e il cuore ingombri di preoccupazioni, di desideri, di pensieri, di gelosie e di paragoni con gli altri al punto che concretamente non riusciamo a fargli spazio!
Preghiamo
Preghiamo per Marco e Benedetta
Far parte di una religione non è scontato che si viva di fede ,la fede coinvolge tutto cio che vivi e che sei (in un’altra riflessione )è appunto confrontarsi con il progetto di Dio è fargli spazio non dar spazio al proprio io che facile confrontarsi con gli altri e sentirsi a posto ,il fariseo e il publicano :due sguardi diversi di vedersi ,di vedere la realtà ,di porsi davanti a Dio …..Insegnami ,Signore ad affidarmi a Te con umiltà ,non togliere mai la coscienza di essere peccatrice ….a vivere del grazie per la vita ,per la tua fedeltà ,so che questo si impara camminando ….Mentre prego per Marco e Benedetta ,prego per la salute di Alessandro ….per la conclusione del sinodo dell’Amazzonia …per ogni intenzione che abbiamo in cuore ….
Avere l’intima presunzione di essere giusti e disprezzare gli altri…. il mio pensiero oggi si ferma su queste parole di introduzione. Signore, salvaci da questa presunzione, aiutaci a guardare dentro noi stessi con tanta umiltà e onestà…. nessuno si salva senza uno sguardo più profondo e vero della nostra imperfetta condizione!
Preghiamo per Rosa, Marco e Benedetta, per Fulvio, Betty e il loro bambino.
Terribile impedire a Dio di entrare nella nostra vita per salvarci. Dove c’è autosufficienza non c’è spazio per la grazia. Eppure abbiamo tanto spazio vuoto di senso dentro di noi che sarebbe una pioggia benefica lasciare che Dio se ne prendesse cura. Oggi prego per la nostra diocesi di Paranaguà dove ci sono difficoltà grandi tra il nostro clero. Maria che oggi nella nostra parrocchia viene onorata tutto il giorno attraverso il “Cenacolo con Maria” interceda per noi e ci indichi il cammini per fare quello che piace a Gesù. Una preghiera anche per due ragazzi di 12-13 anni che sono in rianimazione per tumori in fase avanzata.