domenica 25 settembre

di | 24 Settembre 2016

home2 26 domenica t. Ordinario

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. 
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.  E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

Commento

La parabola del ricco gaudente e del povero Lazzaro si apre con due quadri fortemente in contrasto fra loro. Il ricco è un gaudente e la sua principale occupazione sembra essere quella di godere: nuota nell’abbondanza e nei piaceri, vestito all’ultima moda. Invece il povero Lazzaro muore nell’indigenza: giace debole e ammalato, senza potersi muovere, incapace persino di scacciare i cani randagi che gli danno fastidio. ciò che sorprende di questa descrizione è che il povero e il ricco sono vicini, ma il ricco non si accorge del povero. Quando Gesù descrive nella parabola il regno dei morti usa le immagini del suo tempo. Ma non sta qui la forza della parabola. Descrivendo penso che Gesù intenda, almeno in parte, polemizzare con una mentalità allora molto diffusa: ognuno ha la vita che si merita, il ricco la ricchezza e il povero la povertà. Gesù contesta l’opinione del tempo secondo cui la ricchezza è il segno della benevolenza divina. E contesta anche un’altra opinione. Molti rabbini pensavano: i grandi meriti di Abramo sarebbero stati utilizzati a beneficio di tutti i discendenti; Abramo può salvare i suoi figli persino dalla Geenna;  Gesù non è di questo parere. Non basta l’appartenenza a un popolo per essere salvi. Conta il modo con cui si è vissuto. Si noti che il ricco non è condannato perché violento ed oppressore, ma semplicemente perché vive da ricco, ignorando il povero. Questo pensiero è completato dalla seconda parte della parabola, dove sono di scena i fratelli che continuano a vivere senza sospetto nella loro ricchezza. È proprio il loro vivere da ricchi che li rende ciechi di fronte al povero (eppure così vicino) e ciechi di fronte alle Scritture (eppure così chiare). Il ricco non osteggia Dio e non opprime il povero, semplicemente non lo vede. Sta qui il grande pericolo della ricchezza, ed è questa forse la principale lezione della parabola. Non dobbiamo cercare le voci che ci ammoniscono, la voce c’è già ed è la Parola.

Preghiamo

Preghiamo per coloro che cercano di sollevarsi dal dolore

4 pensieri su “domenica 25 settembre

  1. sr Rita

    Mi sembra la parabola dei contrasti: un ricco gaudente e un povero indigente. Sono uno sulla soglia dell’altro e non c’è alcuna relazione tra i due. Poi il contrasto tra il ricco di cui non si conosce il nome e il povero che ha una chiara identità e un nome preciso. La morte fa si che uno vada nel seno di Abramo e l’altro sepolto con onori, si immagina, ma tra i due c’è n abisso che li separa irrimediabilmente.
    Traggo questa indicazione di vita: non si deve aspettare dopo la morte per costruire relazioni buone con i poveri, con i parenti…E’ nel tempo della vita che si possono e si devono costruire relazioni di fraternità, di mutuo aiuto, di solidarietà. Quante persone stanno sulla soglia della nostra casa, della nostra vita…Noi ne conosciamo il nome? i bisogni? le attese?
    Preghiamo per i poveri Lazzari verso i quali abbiamo avuto negligenza e insensibilità.

    Rispondi
  2. sr.Alida

    Il ricco e il povero ,Chi lavora troppo e chi vive a spalle d ‘altri…chi vive per se stesso e chi per gli altri …Nella nostra vita ci sono tanti opposti ….
    ma l’indifferenza fà scelte senza cuore..non vede anche se vicino,non si ferma anche se potrebbe ..non tocca ,anche se potrebbe farsi piu’ vicino…Senza porsi la domanda :di relazione con Dio e i fratelli ..e arrivando troppo tardi a cercar la via della salvezza per sè e per gli altri..
    Pur avendo tante opportunità di vita bella …e di dono Che senso ha vivere così ? Quante occasioni perdute nel piacere del momento…Aiutami ,Signore ,a vedere ,a sostare ,con cuore dove la vita ha bisogno di cura ,di attenzione e riconoscerne la dignità di chi mi poni accanto ,non permettermi di essere superficiale … e ad usare bene le tante poortunità di amare..ora e sempre…ti prego per tutti i poveri e per tutti i ricchi…

    Rispondi
  3. Laura

    La parola di oggi è drammaticamente attuale,quante volte non vediamo i poveri che abitano le nostre città,ai quali forse allunghiamo una moneta,ma non incrociamo il loro sguardo perché timorosi di esserne turbati ! Abbiamo tutti bisogno di sicurezza,di qualcosa per vivere,ma ciò non ci dovrebbe portare ad accumulare per la paura del domani togliendo a tanti altri la possibilità di usufruire del minimo per vivere.Chiedo al Signore di aprire gli occhi,e il cuore per accorgermi ogni giorno di chi ,in silenzio sta alla soglia e la capacità di impegnarmi perché questo mondo sia più giusto !

    Rispondi
  4. Elena

    Vorrei affidare alle comuni preghiere Gabriele, il mio nipotino, nato morto perchè tanto ammalato…. Preghiamo il Signore della misericordia, per lui e per mamma e papà.
    Ricordo nella preghiera anche tutti i poveri, spesso silenziosi ed invisibili nella loro umiltà e nella nostra cecità….

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.