dal basso

di | 4 Settembre 2020

Se non stanco troppo vorrei continuare ancora un poco con questa questione della non violenza. Quindi almeno per oggi continuo e poi  se riceverò dei riscontri positivi  bene, altrimenti cambierò argomento. Guardo il lavoro di ieri. Cose belle che nascono dal basso: un vecchio vaso di legno sistemato e rimesso a nuovo da Emilio e Vova e Susi. L’erba tagliata da Chiara e Mounir e il piccola grande Federico che segue a ruota e arranca con la macchina taglia erba. Giulio che controlla i conti che non tornano mai. Ogni mattina appena arrivati si ragiona un attimo sulle cose da fare e poi ciascuno parte. Sembra che in questo periodo non ci sia nemmeno bisogno di richiami particolari. Le cose nascono dal basso e procedono verso l’alto, come il taglio dell’erba dal fondo del santuario di Rosciano fino in cima agli orti. Certo i  puristi diranno che non siamo perfetti, ma conosciamo molto bene le nostre fragilità. Lutero nel commento al Magnificat così scrive a proposito di partire dal basso: «Ciò che Dio opera e vede, avviene nella bassezza e nell’umiltà, ciò che gli uomini operano e vedono, avviene soltanto nella superbia». Infatti «Dio è un Signore che null’altro fa se non elevare ciò che è basso e abbassare ciò che è alto. I suoi occhi guardano solo in basso e non in alto. Quanto più basso uno si trova sotto di lui, tanto meglio lo scorge», perché «gli occhi di Dio vedono solo nelle profondità». Ecco perché soltanto chi è veramente umile sa cantare a Dio con slancio interiore».  noi guardiamo con i nostri occhi ogni giorno verso il basso del mondo. Perchè Federico 9 anni è qui con noi? perché lui sta in basso e allora va bene da noi. Noi qui alla cascina siamo così. Le cose nascono dal basso. La non violenza non è un progetto che nasce dall’alto, ma dal basso. È una resistenza passiva e attiva insieme, non è un progetto di élite, ma di gente comune animata dalla volontà di pace e di cambiare il mondo, partendo dai luoghi vicini alla nostra vita. Capitini usa questa espressione: «centro al livello delle moltitudini», che corregge ogni potere accentrato ed escludente; è il potere e controllo dal basso, o democrazia diretta, quella che chiamerà poi «onnicrazia, o potere di tutti». Per fare in modo che l’uomo non venga sovrastato da un potere violento che per esempio vende quelle macchine da morte che sono gli f35 e che vengono definiti aeri per la difesa, ma sono vere e proprie macchine infernali da guerra, è necessario rimanere uniti dal basso, inventare esperienze e attività che sono il segno di una profonda collaborazione e che dicono la volontà di contrastare la violenza. In questa sfida della non violenza non possiamo rimanere soli, abbiamo bisogno degli altri. Grandiose, ma insieme ultimative, le parole di papa Francesco del venerdì santo pronunciate nella solitudine di piazza San Pietro:  così anche noi ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme. Credo che la forza pratica della non violenza è partire dal basso, dai noi gente comune, scegliere di stare in basso, accogliere chi sta in basso, organizzare dal basso, stare insieme noi che siamo in basso, per mettere in atto quelle giuste azioni che partendo dalla non violenza cambiano il mondo, ovviamente dal basso. Sempre Capitini scrive:  «La sintesi di nonviolenza e di potere di tutti dal basso diventa così un orientamento costante per le decisioni nel campo politico-sociale»

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