conclusione

di | 19 Febbraio 2023

Dopo il grido, dopo il riconoscimento, dopo l’abbraccio, tutto sembra andare a concludersi. Noi possiamo dire che la storia di Giuseppe e i suoi fratelli conosce un lieto fine. Non si tratta però del lieto fine che conosciamo mediato dalle favole. Il famoso lieto fine dei film, delle favole, delle storie sognate dagli uomini. Qui il lieto fine è ben diverso. Non è un lieto fine che prevede una chiusura felice e basta. È un lieto fine che prevede un accordo, un impegno reciproco, un riprendere la storia da dove la si era lasciata, quando i fratelli avevano venduto il fratello Giuseppe, quando Giuseppe sognava di essere il primo tra i fratelli, quando il padre pensava a quel figlio come al prediletto. Nel lieto fine della bibbia e degli uomini, le storie non sono cancellate, sono rivisitate, riconciliate, ricomposte. Tutto è riparato in un’ottica nuova, ben sapendo che le ferite rimangono. Penso alla terra devastata dalla siccità. Non c’è un lieto fine che d’improvviso cambia tutto. Non c’è una storia che ad un certo punto cambia prospettiva. C’è una ferita inferta a madre terra, c’è la volontà degli uomini di voler riparare il danno fatto e c’è la volontà di ripartire in modo nuovo.  Nuovo vuol dire che l’uomo torna a rispettare madre terra, partendo da un cambiamento radicale delle prospettive e degli stili di vita. Interessante come la conclusione della storia di Giuseppe e i suoi fratelli prevede una rilettura nuova del tema della fraternità. Giuseppe non soltanto dice il suo nome, ma aggiunge Giuseppe vostro fratello. Tutto viene ricomposto. Tutto trova una pacificazione. Giacobbe ritrova i suoi figli che aveva pensato di aver perso per sempre. Ma non li ritrova solo come presenza, ma come fraternità perdonata e riconciliata, dopo un lungo cammino faticoso e a volte drammatico. Giuseppe può ora rileggere la sua storia come segnata profondamente dalla presenza del Signore e non più solo segnata dai suoi sogni. Presenza del Signore che ha condotto lui davanti ai suoi fratelli. Anche per noi vale stessa cosa, dobbiamo impegnarci a ricostruire fraternità riconciliate e perdonate, attraverso percorsi impegnativi di incontro e di dialogo nella consapevolezza che il Signore ci accompagna dentro questa immensa fatica che diventa gioia finale.

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