caro Dio

di | 28 Giugno 2020

È l’ultima delle lettere. Da settimana prossima passiamo ad un altro argomento. Caro Dio è la più semplice, ma anche la più difficile di tutte le lettere. Semplice, perché da cose da dire a Dio ne ho un sacco, basta solo riuscire a metterle in fila. Difficile perché di fronte a Dio non ho dei grandi argomenti su cui dibattere, meglio l’umile accettazione della sua parola. Non sono perle di saggezza quelle che ti scrivo, caro Dio, ma come dice Cristicchi sono sassi di miniera che ho scavato a fondo durante tutta la vita. Sono sassi semplici che non cercano il senso della vita che tu un giorno mi dovrai spiegare, ma sassi di miniera che cercano un volto. Il tuo volto caro Dio. È proprio così, non cerco il senso della vita, questa cosa qui la vita stessa me l’ha in qualche modo insegnata, il senso è la vita stessa da vivere e nel vivere la vita si dipana il senso. No, scrivendo a Te vorrei vedere il Tuo volto. E allora il Tuo volto dopo tanti anni di ricerca mi si svela così. So che è un cammino che non è finito, ma in questi anni ho messo del fieno nel fienile, cioè ho messo via una storia tra me e te Dio. Una storia che è stata il tormento e la felicità della mia vita, e forse magari anche della Tua, visto che io so di essere un tormento. Ho combattuto negli anni la mia battaglia per cercarti e per amarti ed ora mi sono come arreso ad altro. Sto incominciando a permettere alla mia vita di lasciarti entrare in me come dono, Dio. Mi sono come arreso alla Tua parola, lascio che Tu possa perdonare i miei troppi errori. Non cerco più la perfezione, ma la Tua misericordia. L’impresa più grande è perdonare me stesso e in te, Dio, trovo la forza di perdonarmi. Ormai non è più una lotta, ma un abbandono, non è più un agire, ma è un lasciarti entrare nel mio cuore. Ho attraversato i piccoli dolori della mia vita. Per me questi piccoli dolori sono state delle montagne immense da scalare per conquistare il mio dolore, per mettere a tacere il mio dolore. E gridavo a te di togliermi il mio dolore. E tu tacevi. E io gridavo più forte e tu ostinatamente tacevi ancora. Poi ho smesso di lottare e ho buttato il mio dolore su di Te. E Tu mi hai perdonato. Per cercarti mi sono fatto straniero agli amici, per cercarti nella mia notte ti ho gridato. E tu mi hai parlato dicendo semplicemente ama. A volte questa ricerca è stata carica di oscurità e quindi mi perdevo e mi perdo nelle tenebre della confusione. E tu mi riporti alla luce. A volte ho sentito il peso della mia fragilità e tu mi hai condotto a sorgenti di acqua fresca per farmi gustare la Tua bontà che è la mia forza. Tu conosci il mio cuore, tu conosci il mio cammino e allora vieni a soccorrermi proprio su questo cammino e donami il tuo amore di Padre. Fa che io possa entrare ogni giorno nell’esteso spazio della tua misericordia. Fa che l’incontro con questo esteso spazio della Tua misericordia diventi la mia pace e possa produrre frutti buoni. Tutto procede da Te, caro Dio, e io vorrei rimanere ogni giorno attaccato alla sorgente della vita. Confido in te, aiutami vieni in soccorso della mia miseria.

2 pensieri su “caro Dio

  1. Sr. Rita

    Conoscere Dio e cosa del cuore. Perche anche Dio vi conosce col cuore. E la vita di Gesù è la narrazione di questa conoscenza-amore. Grazie Dio perché mi conosci amandomi e amandomi mi permetti di conoscerti.

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  2. sr Alida

    Caro Dio ,caro Gesù che ti vediamo o no abbiam bisogno di te in questa terra c’è sete d’amore si muore invece d’amare …bella come la neve è la speranza che viene …sono alcune parole del canto “Caro Gesù “che cantano Romina e Albano …Che lo conosciamo o no abbiamo bisogno di senso .

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