balsamo

di | 16 Agosto 2020
etty Hillesum

Si tratta di poche righe. Mi era venuta anche la tentazione di non scrivere niente. Troppo sopraffatto da una giornata bella ma impegnativa. ho celebrato per tre volte la solennità dell’assunta, in tre luoghi diversi. E da tutti questi luoghi così diversi mi sono portato a casa queste semplici impressioni. C’è paura e attenzione, almeno per una certa fascia di età e per le famiglie, più complesso il discorso dei giovani, che per questo non voglio giudicare. Ma c’è anche voglia di trovarsi, di celebrare, di fare un po’ di festa. Non ci sono state processioni, non ci sono state sagre e feste con i balli, ma si capiva che un dispiaceva e quindi anche un pò di cena nel rispetto delle norme e un tentativo di portare la  statua di Maria sulla porta della chiesa, anche qui nel rispetto delle norme, è sembrato di questi tempi cosa già grande. C’è anche un po’ di nostalgia per quel tempo gioioso che erano le feste di paese che non si sono potute fare. Ma le circostante e il tempo sono giustamente così. Penso al futuro e non so bene che cosa succederà, alla ripresa nella normalità, ai nostri oratori, alle nostre parrocchie. Qui è come un salto in un mondo nuovo. Che però non riusciamo a delineare. Dopo questa giornata di su e giù per le valli, mi sono convinto che ci sono due cose che meritano di essere fatte. Le trovo scritte nel diario di Etty Hillesum. La prima cosa: Non credo più che si possa migliorare qualcosa nel mondo esterno senza aver fatto prima la nostra parte dentro di noi. È l’unica lezione di questa guerra: dobbiamo cercare in noi stessi, non altrove». E la seconda: «Si vorrebbe essere un balsamo per molte ferite»

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