asino

di | 31 Gennaio 2022

Quello che ho visto oggi non stava a Rosciano, ma in un prato in un altro posto. Mi ha colpito la strana accoppiata: degli asini e dei lama. Non mi sono posto tanto il problema del perchè di quell’accoppiata, ma di quegli asini che stavano lì nel prato. Non ho avuto molto tempo, ma ho provato ad immaginare di fare due parole con loro: “vedo che te ne stai lì immobile, perché non vieni qui vicino?” risposta dell’asino: “Se uno si muove sempre, impone un ritmo alla vita. Ma se uno si ferma, si impunta come faccio, bloccato e fermo solido nel prato, allora anche il ritmo del tempo si ferma. Chi si ferma si incontra, anche una mamma giovane e un figlio anziano.” Prima lezione degli asini. Stare fermi nella vita permette gli incontri. Ma sono così abituato ad andare di corsa che l’asino mi richiama: “ma allora non riesci proprio a stare fermo. Non vuoi sentire il seguito della storia? “non posso devo andare di corsa, devo fare tante cose” rispondo io che ho già pronto il piede per correre via. Ed invece mi fermo e sento l’altro pezzo di storia. “lo sai che frate Francesco chiamava il suo corpo frate asino?” io sorrido un po’ e dico: “sì la conosco questa storia di frate asino. Ma me lo vuoi spiegare il senso di questa affermazione? E l’asino: “ secondo la mentalità del tempo, c’era da sottomettere, punire, tenere a freno, vincere le tentazioni, tenersi lontano dalla lussuria. E Francesco in tutto questo non si tirò certo indietro, anzi. “Corpo” diventava sinonimo di “carne”, e “carne” di “peccato”. trattava il suo corpo come un asino per fare penitenza” la spiegazione mi convince a metà. Certo l’idea del sacrificio, della penitenza, fa parte della vita spirituale, ma non può essere tutto qua, ci deve essere anche un risvolto positivo della faccenda” “l’asino a questo punto mi si avvicina e mi sussurra: “ francesco era troppo innamorato della vita e dell’incarnazione di Gesù, per cui quel corpo chiamato frate asino diventa qualcosa di bello. Il corpo è, deve essere qualcos’altro. Deve aver a che fare con il nostro spirito, tanto che non ne potremmo fare senza: «E rivolgendosi al corpo, cominciò a dirgli tutto lieto: “Rallegrati, frate corpo, e perdonami: ecco, ora sono pronto a soddisfare i tuoi desideri, mi accingo volentieri a dare ascolto ai tuoi lamenti.” È vero ora mi ricordo” dico io “ alla fine della vita,dopo il dono delle stimmate, un asino porterà Francesco, perso ormai in Dio, dalla Verna, via Sansepolcro. Francesco porta il suo corpo-asino per penitenza, porta il suo corpo -asino perché in quel corpo sente tutta la forza e la bellezza della vita spirituale, ma alla fine sarà un asino che porterà Francesco nell’ultimo suo viaggio, come un asino ha portato Gesù nell’ultimo suo viaggio a Gerusalemme, quel giorno che entra nella città santa acclamato re di pace

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