agape

di | 16 Giugno 2020

Credo che il vertice della vita interiore è l’amore di carità, quello che la scrittura sacra chiama agape. Ne ho parlato ieri con due giovani che fra poco si sposeranno. Sempre la scrittura sacra dice che vi è una perfezione della vita: siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli. Siamo stati abituati a pensare alla perfezione come a quella qualità della vita che mi permette di fare tutto bene, di essere perfetto appunto, di non sbagliare mai. Quante amicizie sono saltate quando si comprendeva che l’altro non era perfetto, quanti amori sono saltati per lo stesso motivo. Non riusciamo ad accettare l’altro quando scopriamo le sue imperfezioni. Non riusciamo a convivere con l’altro se non è sufficientemente perfetto secondo in nostri parametri. L’altro è bravo, lodevole e degno di fiducia quando lo vediamo come perfetto. Un po’ meno quando ne vediamo le sue fragilità. Succede così anche con la nostra vita. Ci vogliamo bene quando ci sentiamo bravi, un po’ meno, quando le cose non vanno bene e sentiamo tutte le nostre fragilità. Coltivare una vita interiore ci permette come prima cosa di amare la nostra vita, perché impariamo giorno dopo giorno a voler bene alle nostre fragilità, alle nostre sconfitte. Certo ci vuole una forza interiore che nasce da esercizio e buona volontà, ma alla fine di un lungo percorso possiamo dire a noi stessi, voglio bene alla mia vita. l’attenzione alla vita interiore mi permette anche di imparare a voler bene alla vita degli altri, anche quando questa non è perfetta come la vorremmo noi. Raccoglimento, silenzio interiore, cura di noi e del vegliare sui nostri sentimenti aiutano ad amare noi stessi e gli altri, proprio la dove vediamo tutti i limiti dell’altro. Ma la vita interiore portata a pienezza (non dico a perfezione, ma a pienezza) richiede un amore per se stessi e per gli altri che si chiama agape. Amore di carità, amore di donazione. Questo è il vertice della vita di relazione: un amore che genera dono e misericordia. Questa cura della vita interiore che ha come vertice l’amore di donazione non è un fare qualcosa, non produce effetti particolari sulla vita. Sì perché noi misuriamo tutto in termini di risultati e di produzione. La vita interiore è un percorso di gratuità, di una esperienza che in se stessa non serve a niente. Non serve a noi nel senso che non è una tecnica per stare bene, ma è la vita stessa che cresce in maturità e saggezza. Per essere più concreto ancora, la vita interiore ci chiede di semplificare al massimo la nostra vita per cogliere il nucleo fondamentale che sta nel profondo del nostro cuore. E questo nucleo fondamentale per essere perfetti, anzi per vivere in pienezza, è l’amore di donazione.

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