Accogliere. Da sempre è stato uno dei cardini della mia vita. accogliere ha dato senso a tutto quello che ho fatto e che penso di fare nel futuro. Sintetizzo il tutto con una frase. La porta di casa sempre aperta. Ed in effetti anche adesso sto guardando la porta di casa di Rosciano ed è aperta e qualcuno è entrato qualcuno è uscito, durante tutta la giornata e come ogni giorno. Accoglienza mi fa venire in mente quella tenda piantata nel deserto da Abramo. Lui stava lì fuori della tenda nell’ora più calda del giorno e offriva acqua fresca a chi passava e poi si fermava a conversare con lo straniero che passava. Perché per i popoli del deserto l’accoglienza e l’ospitalità era sacra. Così è per me accogliere, questione di sacralità e di incontro; poi in un secondo momento diventa progetto strutturato. Ma se non c’è la porta di casa aperta non c’è nemmeno accoglienza, se non c’è un dialogo e un bicchiere di acqua fresca non c’è accoglienza. Così mi piace pensare l’accoglienza. E davvero è uno dei cardini della mia vita. C’è un particolare. Non solo accolgo, ma sento che sono anche accolto da tante persone che mi incoraggiano. Questa seconda parte, quell’essere accolto è ben più difficile dell’accogliere. quando accolgo sono io in prima linea, quando invece mi sento accolto non devo fare io, qui semplicemente devo affidarmi e fidarmi degli amici. Accogliere ed essere accolto. Oggi vorrei accogliere le grandi emergenze delle nostre città, ma so che posso fare solo piccole cose e allora rimaniamo nelle piccole cose.