Martedì 21 luglio ’20 – At 12,1-11 1 In quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa. 2 Fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni. 3 Vedendo che ciò era gradito ai Giudei, fece arrestare anche Pietro. Erano quelli i giorni degli Azzimi. 4 Lo fece catturare e lo gettò in carcere, consegnandolo in custodia a quattro picchetti di quattro soldati ciascuno, col proposito di farlo comparire davanti al popolo dopo la Pasqua. 5 Mentre Pietro dunque era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui. 6 In quella notte, quando Erode stava per farlo comparire davanti al popolo, Pietro, piantonato da due soldati e legato con due catene, stava dormendo, mentre davanti alle porte le sentinelle custodivano il carcere. 7 Ed ecco, gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: «Àlzati, in fretta!». E le catene gli caddero dalle mani. 8 L’angelo gli disse: «Mettiti la cintura e légati i sandali». E così fece. L’angelo disse: «Metti il mantello e seguimi!». 9 Pietro uscì e prese a seguirlo, ma non si rendeva conto che era realtà ciò che stava succedendo per opera dell’angelo: credeva invece di avere una visione. 10 Essi oltrepassarono il primo posto di guardia e il secondo e arrivarono alla porta di ferro che conduce in città; la porta si aprì da sé davanti a loro. Uscirono, percorsero una strada e a un tratto l’angelo si allontanò da lui. 11 Pietro allora, rientrato in sé, disse: «Ora so veramente che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano di Erode e da tutto ciò che il popolo dei Giudei si attendeva».
Commento
Tutto quello che qui viene raccontato è descritto con naturalezza, senza paure, senza fare drammi. E in questa naturalezza la chiesa prega, dalla chiesa sale incessantemente a Dio una preghiera per lui. L’arresto di Pietro durante le feste della Pasqua ebraica, e quindi negli stessi giorni in cui era stato arrestato Gesù, sembra voler sottolineare che quanto accade a Pietro è un evento pasquale di morte e di rinascita e quindi cuore e apice della vita cristiana! Due “potenze” si trovano ora a confronto: quella del potere che tiene saldamente incatenato il nostro Pietro, e quella della preghiera che “dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio” Il tono di tutta la narrazione della liberazione di Pietro ha un andamento narrativo, dove Pietro deve semplicemente obbedire, compiendo i gesti che gli vengono indicati. Notate che è Pietro che sta dormendo, mentre le guardie sembrano vigili anche se del tutto cieche davanti a quello che passa loro accanto. I verbi che dicono come l’angelo desti Pietro e come gli ingiunga “alzati…” sono verbi della risurrezione. Il testo rende molto bene il clima “di sogno” in cui tutto si svolge e sembra voler accompagnare la condizione di Pietro che non pensa reale quanto accade, e ritiene “di avere una visione”. Eppure i fatti si svolgono in modo abbastanza clamoroso ed evidente, con la luce che sfolgora nella cella e le catene che cadono dalle mani. Come per i discepoli di Emmaus, così avviene ora per Pietro, che riconosce come reale quello che è accaduto solo quando il suo liberatore scompare dalla scena. Quando il “prodigio” si riconsegna alla realtà tangibile, allora si trasforma nel convincimento e nella confessione della fede: “Ora so veramente che il Signore…” . a noi uomini viene affidato il doppio compito di pregare incessantemente per chi soffre e di rinascere continuamente a vita nuova.
Preghiamo
Preghiamo per tutti coloro che sono in carcere.
Il Signore fa bene tutte le cose e scompiglia i pensieri dei duri di cuore. La Sua logica non è la nostra logica, è un pensiero di salvezza e di libertà, mentre i nostri pensieri sono pieni di timore, orientati alla chiusura, alla prigionia, al giudizio,alla condanna.
Il Signore è Colui che salva ogni credente che si affida a Lui con semplicità e genuinità. Nulla è impossibile a Dio!
Prego con voi per le persone nelle carceri.
Il Signore ci dona sempre una via d’uscita ….con voi prego per le persone in carcere in particolare per Francesco ….Prego per chi è ammalato ,e di salute molto precaria ,il marito di Marinella ,Maria Grazia Massimo….e per le situazioni sofferte nelle famiglie
Ascoltando questo racconto mi vien da pensare come Pietro, in prigione, obbedisca ai suggerimenti dell’Angelo. Fa tutto quello che gli vien detto, anche se non è nelle condizioni di vedere, per credere. Il nostro Dio ha la capacità di agire come salvatore proprio nelle situazioni in cui pare non ci siano le condizioni per far questo. E noi che prima di annunciare il Vangelo, o di credere all’azione di Dio dobbiamo fare studi, progetti, discernimenti… valutazioni…