5 domenica T. Pasquale – Dal vangelo secondo Giovanni – Dal Vangelo secondo Giovanni
Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
Commento
C’è un termine significativo che ricorre nel vangelo di oggi «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri». È quel nuovo che mi interssa. “Nuovo” e “novità” appartengono a un ristretto numero di parole che hanno un qualcosa di magico, perché evocano sempre e soltanto significati postivi. Nuovo di zecca, nuovo fiammante, anno nuovo, giorno nuovo… Perché ci piace tanto il «nuovo»? Non tanto perché non è usato o è appena arrivato. Il motivo più profondo è che la novità, ciò che non è ancora conosciuto e sperimentato lascia spazio all’attesa, alla sorpresa, ai sogni. E la felicità deriva proprio da tutto questo. Con queste premesse accostiamoci ora alla Parola di Gesù nel Vangelo odierno. Emerge subito una domanda: “Come mai si definisce “nuovo” un comandamento che era noto già fin dall’Antico Testamento. La novità consiste soprattutto nella misura di amare, racchiuso in quell’avverbio: “Come”. «Che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri». Lui per primo ci ha amato. Non esiste un’altra via che porti verso questo comandamento nuovo, non esiste altra “scuola dell’amore” se non fare esperienza dell’amore di Gesù, lasciandosi innanzitutto amare da Lui. Tocca, quindi, a noi lasciarci amare, accettare che Gesù ci ami, quasi malgrado noi stessi, chiunque noi siamo, così come siamo, peccatori come siamo, ma capaci di essere guariti dal suo amore.
Preghiamo
Preghiamo ancora per don Roberto e per gli amici.
Figlioli, ancora per poco sono con voi.
Questo poco ha molto da dirci. Il poco mette in evidenza che non è ancora il tutto. Il poco tempo dice che altro è l’eternità. Ma in questo “poco” Gesù dice che è con noi. Fa parte della esperienza di ogni giorno vedere come siamo fragili e deboli di fronte al “poco” che ci rimane. Anche il “poco” che riguarda gli altri, le persone care che se ne vanno. Ma Gesù dice che ogni “poco” può essere reso eterno dall’amore. E’ quanto auguro a Don Roberto, a don Sandro e amici e a tutte le persone che portano in cuore la fragilità del “poco”.
Ogni cosa è fragile, ogni vita, ogni pensiero, ogni amore umano. Ma nel Signore della vita acquista forza, spessore, durata anche questo unico legame reale che l’amore, l’unica cosa che può oltrepassare il tempo, lo spazio del poco, la morte addirittura… L’amore di Gesù diventa ponte, per e fra ogni nostra vicenda, per e fra ogni nostra relazione, per e fra noi e Lui.
Che questo amore allargato, espanso, in continua evoluzione possa riempire ogni nostro piccolo giorno. E che ogni “poco” possa generare tanto, tanto di più. Come il Signore ci ha insegnato, anche attraverso la vita di alcuni amici preziosi…
Una preghiera per don Roberto, per Franca e per tutti gli amici “ponte” dell’amore di Dio.
Ancora un “poco ” questo poco è il Suo “come ” e diventa una dismisura d’amore per ciascuno di noi ogni giorno questa sua presenza nel nostro poco e fragilità ……L’inno arduo ma bello alla carità di S.Paolo ……che tutto crede tutto spera ,tutto sopporta ……Che questo amore smisurato del Signore ,questo saperci amati così come siamo e in qualsiasi situazione ci accompagni ogni giorno e ci aiuti a farne godere anche altri .Un fraterno e caro ricordo e preghiera per don Roberto ,per te don Sandro ,e per gli amici e quanto lo han conosciuto .