Giobbe 29,18-25
[18]Pensavo: «Spirerò nel mio nido
e moltiplicherò come sabbia i miei giorni».
[19]La mia radice avrà adito alle acque
e la rugiada cadrà di notte sul mio ramo.
[20]La mia gloria sarà sempre nuova
e il mio arco si rinforzerà nella mia mano.
[21]Mi ascoltavano in attesa fiduciosa
e tacevano per udire il mio consiglio.
[22]Dopo le mie parole non replicavano
e su di loro scendevano goccia a goccia i miei detti.
[23]Mi attendevano come si attende la pioggia
e aprivano la bocca come ad acqua primaverile.
[24]Se a loro sorridevo, non osavano crederlo,
né turbavano la serenità del mio volto.
[25]Indicavo loro la via da seguire e sedevo come capo,
e vi rimanevo come un re fra i soldati
o come un consolatore d’afflitti.
Commento
In Questo inno carico di nostalgia il passato è dipinto con i colori tradizionali della sapienza e della retribuzione. Giobbe era in amicizia con Dio, benedetto da Lui e tutta la popolazione del villaggio lo circondava d’onore, di riverente rispetto e di prestigio, l’influenza sociale del suo pensiero e dei suoi interventi erano decisivi. La fonte di quest’indiscutibile prosperità era la sua giustizia non incrinata da nessuna debolezza . E questa rappresentava anche la caparra di un futuro tranquillo per la logica della retribuzione . Tutto ciò si è infranto come un sogno: “Oh, potessi tornare com’ero ai mesi di un tempo, ai giorni in cui Dio mi proteggeva!”. Ma questa nostalgia non risolve il problema di avere una risposta da Dio per tutto quanto è successo. Il Dio biblico è un Dio vicino al povero, che risponde all’innocente che lo invoca; è prossimo alle vittime, corre in aiuto di chi grida. Il Dio che sta conoscendo Giobbe no: Giobbe grida e Dio non arriva. questo Dio è muto . Allora, forse, se vogliamo sperare di incontrare veramente lo spirito di Dio nel mondo, e non restare catturati da qualche idolo fuori e dentro le religioni, dobbiamo scoprirlo dentro le grida senza risposta, dobbiamo cercarlo dove non c’è.
Preghiamo
Preghiamo per la mamma di Giulio e Angela che ci ha lasciato ieri.
….Indicavo loro la via da seguire e sedevo come capo,
o come un consolatore d’afflitti…
Bella questa definizione: Consolatore di afflitti!!!! Mi pare di potermi identificare per la missione che mi è affidata qui in Brasile, ma ognuno nel suo ambiente può vivere così. Indicare la vita….consolare l’afflizione. Cosa che si può fare rimanendo agganciati a Dio e lasciando uscire da noi il suo Bene. Così s può raccontare il Dio in cui crediamo.
Preghiamo per la mamma di Sr Mariella che si è molto aggravata.
Consolatore di afflitti. Anche a me piace vedere in Giobbe questa missione. E sa il cielo quante volte tutti noi abbiamo bisogno di uno sguardo in cui depositare il nostro dolore, la nostra afflizione, necessitiamo di persone capaci di ascolto e di giustizia. Ma anche questo non è abbastanza, forse, agli occhi di Dio. C’è bisogno ancora di un’altra saggezza, nascosta, non retributiva, profonda, misteriosa…
Prego insieme a voi per la mamma di Giulio ed Angela e per Patty, che sono tornate a riposare nel Padre. Per la mamma di sr Mariella e per quanti soffrono nella malattia e lottano per la vita!
Scoprirlo dentro le grida senza risposta ……E’ un gran servizio quello di consolare e dare speranza ,per ogni grido il Signore ci insegni come consolare ….Per la mamma di Giulio ed Angela ,per Patty,e la mamma di sr Deone che riposano in Dio …..Per le vittime delle Filippine e quelle dei giorni scorsi ….Per quanti soffrono e per la mamma di sr Mariella …..
Perchè i giovani della GMG portino l’eco di quanto vissuto agli altri giovani e ne facciano tesoro nel quotidiano …..