Ger 3,19-25
19 Io pensavo: Come vorrei considerarti tra i miei figli e darti una terra invidiabile, un’eredità che sia l’ornamento più prezioso dei popoli! Io pensavo: Voi mi direte: Padre mio, e non tralascerete di seguirmi. 20 Ma come una donna è infedele al suo amante, così voi, casa di Israele, siete stati infedeli a me”. Oracolo del Signore. 21 Sui colli si ode una voce, pianto e gemiti degli Israeliti, perché hanno reso tortuose le loro vie, si sono dimenticati del Signore loro Dio. 22 “Ritornate, figli traviati, io risanerò le vostre ribellioni”. “Ecco, noi veniamo a te perché tu sei il Signore nostro Dio. 23 In realtà, menzogna sono le colline, come anche il clamore sui monti; davvero nel Signore nostro Dio è la salvezza di Israele. 24 L’infamia ha divorato fino dalla nostra giovinezza il frutto delle fatiche dei nostri padri, i loro greggi e i loro armenti, i loro figli e le loro figlie. 25 Avvolgiamoci nella nostra vergogna, la nostra confusione ci ricopra, perché abbiamo peccato contro il Signore nostro Dio, noi e i nostri padri, dalla nostra giovinezza fino ad oggi; non abbiamo ascoltato la voce del Signore nostro Dio”
Commento
Dentro la fatica di una storia segnata dall’infedeltà del popolo il profeta offre squarci di luce. Vi è come un improvvisa e straordinaria “confidenza” del Signore circa i suoi pensieri e le sue speranze per noi e per la nostra comunione con Lui. Quindi quel io pensavo iniziale indica proprio il pensiero del cuore di Dio. in queste parole vi è il “sogno” di Dio: La possibilità per lui di considerarci suoi figli e la volontà ferma da parte nostra di chiamarlo nostro Padre seguendolo fedelmente. Ma tutto questo non è possibile per le mancanze del popolo. E Dio vive questa impossibilità con lo strazio di un amante tradito: l’espressione molto audace è di estrema efficacia. Ma ad esso segue, quasi con violenza, la descrizione, del pianto dei “perduti”; non c’è il passaggio attraverso la seduzione del tradimento, ma subito tutto precipita, dal dolore di Dio per averci persi, al nostro pianto, quasi un drammatico rendersi conto di averlo dimenticato. L’unica parola che dio può ripetere è quel ritornate e la certezza che Egli ci sanerà, e nello stesso breve versetto, subito il nostro ritorno a Lui, che è subito essergli davanti, essere già arrivati, e il riconoscere subito la sua signoria su di noi!! Tutto come in un istante!
Preghiamo
Oggi festa della presentazione del Signore al tempio e giornata della vita consacrata ricordiamo tutte le consacrate a Dio.
Il desiderio di Dio è considerarci figli e darci una eredità . Se questo è il desiderio di Dio sono certa che non ci molla più. Tutti attraversiamo infedeltà ma tutti ci sentiamo anche cercati e amati. Preghiamo perché chi segue Gesù nella vita Religiosa sia tenacemente fedele. E per chi sta faticando chiediamo sapienza e fortezza.
In alcuni importanti anni si meditazione condivisa con voi, e nella mia piccola esperienza di donna, colgo sempre la forza e la tenacia di questo Dio che non molla l’uomo. Le espressioni di chi parla di Lui cambiano. Cambiano le storie, le fedi, le risposte, ma Dio è fedele sempre, forte di un amore che supera ogni nostra infedeltà e pochezza. Forte di un amore che sempre osserva, ha cura e ha a cuore le nostre fragilità, un amore che supera la morte o ogni bruttezza.
Preghiamo per le vite consacrate e dedicate al Signore, per chi è in fatica e nel dubbio.
Ricordo mio marito Antonio che 12 anni fa ritornava al Padre.
Io pensavo ..Dio pensa anche oggi per tutti ,per ciascuno ,ogni giorno cosìcon tutta la Sua tenerezza ,misericordia,tenacia,di renderci Suoi figli,siamo amati..Dio si china dal cielo sulla terra ci circonda …ci cerca sempre ..Grazie Signore per la Tua fedeltà nonostante noi ..Un caro ricordo per Antonio e mi unisco alla preghiera per le persone consacrate in particolare per quelle più in difficoltà