Camminare insieme non è per niente facile. C’è chi vuole stare avanti, chi non tiene il passo, chi non ha molta voglia; ci sono poi quelli che preferiscono l’iniziativa personale, inventano strade e sentieri impossibili, impraticabili alla maggior parte delle persone. poi ci sono i camminatori solitari, ci sono quelli che hanno paura del passo in più. Ci sono quelli super attrezzati e quelli che non hanno nessuna attrezzatura. Mi piace provare ad applicare questa considerazione al camminare insieme nella chiesa. Tutte queste categorie di persone che ho descritto sopra ci sono anche nella comunità. Non è sufficiente dividere tra conservatori e progressisti. Ci sono tutte le sfumature del camminare insieme. nella chiesa si aggiunge un tema in più: la meta da raggiungere. A volte nella comunità dei credenti non si è nemmeno d’accordo su questo. Dove andiamo, quale è la nostra meta? E poi i modi: quali modi per arrivare alla fine del percorso. In sé io non sono preoccupato di tutte queste questioni: siamo tutti diversi, abbiamo storie diverse, modi diversi. Non è questo che mi preoccupa. E meno male che siamo tutti così diversi. Sono preoccupato di due altre questioni. La prima è la questione dell’ideologia o del fondamentalismo. Di fatto ilrischio è di dichiare che il mio modo è l’unico modo per camminare, non ce ne sono altri di modi. L’altra cosa è che in questa corsa forsennata fatta di diversità, perdiamo per la strada pezzi di vita e di persone. lasciamo indietro pezzi che sono scarto. Questo non è camminare insieme, quando c’è di mezzo il fondamentalismo e quando si perdono i pezzi per la strada non possiamo dire che stiamo camminando insieme.