mercoledì 13 settembre

Matteo 20,29-34

Mentre uscivano da Gerico, una grande folla lo seguì. ³⁰Ed ecco, due ciechi, seduti lungo la strada, sentendo che passava Gesù, gridarono dicendo: “Signore, figlio di Davide, abbi pietà di noi!”. ³¹La folla li rimproverava perché tacessero; ma essi gridavano ancora più forte: “Signore, figlio di Davide, abbi pietà di noi!”. ³²Gesù si fermò, li chiamò e disse: “Che cosa volete che io faccia per voi?”. ³³Gli risposero: “Signore, che i nostri occhi si aprano!”. ³⁴Gesù ebbe compassione, toccò loro gli occhi ed essi all’istante ricuperarono la vista e lo seguirono.

Commento

La folla sgridava quei due ciechi che gridavano: signore Gesù abbi pietà di noi. Forse perché volevano sentire i discorsi impegnati di Gesù che usciva da Gerico. Ma Gesù ai discorsi impegnati preferisce l’incontro con i due ciechi. Tanto è vero che i due gridano ancora più forte. E Gesù si ferma e chiede che cosa vogliono. E loro due: Signore che i nostri occhi si aprano. E Gesù mosso a compassione li toccò e guarì. Il grido di questi due ciechi non è un urlo arrabbiato, ma una preghiera, una supplica. Forse è per questo che Gesù si ferma. Non gli interessano i discorsi seri, non ama stare in mezzo alle urla della folla; egli ama stare la dove c’è una preghiera e una supplica che muove a compassione il suo cuore. Così dovrebbe essere la preghiera della comunità cristiana: una supplica, una preghiera per tutti coloro che non vedono e che soffrono. Solo il signore può guarire la nostra cecità, anche noi dobbiamo imparare a pregare come i due ciechi: Signore Gesù abbi pietà di me. la preghiera del cuore tanto cara al mondo ortodosso aggiunge: Signore Gesù abbi pietà di me che sono peccatore

Preghiamo

Preghiamo per la pace.