mi alzo e dopo una veloce preghiera, la prima cosa che mi ritrovo tra le mani è il cellulare, per la precisione lo smartphone. E subito mi rimanda le previsioni del tempo e poi le foto del 15 di agosto dell’anno scorso. Sono uno che fa un buon uso del cellulare, non ne conosco tutti i trucchi, non lo uso per la musica, poco per le foto, ma per il resto ne faccio un buon uso. Un po’ di tempo fa usavo anche Facebook, oggi l’ho praticamente abbandonato, degli altri social non me ne curo. Qualcuno mi dice che mi perdo tanto. Io vivo abbastanza bene e sereno anche senza Instagram e il resto. Ma c’è una questione che mi preoccupa. Non è che con tutti questi social ci stiamo costruendo una nuova torre di babele? c’è un algortimo che ci sovrasta e che ci rende tutti uguali. Tale torre di Babel prevedeva un solo linguaggio, una sola lingua per tutta l’umanità, prevedeva questa sfida a Dio con questa torre che dichiarava l’autonomia dell’umanità da Dio. Gli uomini della torre di Babele non costituiscono le diversità, ma l’identità forte, il totalitarismo. Il loro modo di abitare la terra non prevede la diversità delle lingue e dei linguaggi e impone una sola lingua. È il totalitarismo puro, da difendere. È l’identità da difendere contro ogni diversità. E i social, lo smartphone mi danno tanto l’impressione di un linguaggio unico, della cancellazione della diversità. Non sono più abituato a cercare una via con la mia testa, basta Google Maps, entro in un negozio per comprare un paio di sandali e il pc inizia a mandarmi pubblicità di quel negozio. Un piccolo particolare di cui mi sono accorto solo adesso. Mentre scrivo al pc, il correttore automatico mi dice che Google, Facebook, Instagram sono scritti sbagliati. Li guardo con cura e mi sembrano giusti, uso il correttore automatico e me li corregge tutti mettendo la maiuscola. Ma la maiuscola io la metto ai nomi propri, a Dio, all’Altro! Google con l’iniziale maiuscola, come Dio. Ecco il mito moderno della torre di Babele. Dove sta la bella notizi?. Che oggi mi tufferò in una umanità diversa, dai linguaggi diversi e che scriverà ancora e solo con la maiuscola il nome di Dio e degli uomini e donne. Viva la diversità e il rimescolamento delle razze, alla faccia di chi vuole difendere le nostre identità.