Vuoto fraterno
Bello l’incontro in cui si può parlare liberamente, dove ciascuno ha la possibilità di dar voce ai suoi pensieri, dove le diversità emergono, ma trovano una profonda unità. Bello un vuoto interiore che accoglie il pensiero dell’altro, senza passargli sopra con le parole e con i gesti. Bella la serata trascorsa a discutere, o meglio a narrare di fraternità. E perché non lasciare spazio ancora alle parole che narrano la vita? rientro che è tardi e i pensieri non viaggiano troppo veloci. Ma basta questo senso di fraternità vissuta e narrata per sentirmi tranquillo. Narrare così anche con il Signore, narrare svuotando la vita e riempiendo il cuore nella preghiera silenziosa di una presenza preziosa che è la presenza di Dio e dell’umanità. Ma per fare tutto questo devo svuotarmi di me, per lasciare spazio all’altro, devo liberarmi delle mie parole per dare voce alle parola dell’altro. So che è un’operazione difficile. Ma può riuscire a due condizioni. La prima è il non giudizio, ascolto l’altro senza esprimere un giudizio sulle sue parole, senza un immediato consiglio. La seconda è la capacità di prendersi cura delle parole dell’altro. Un vuoto riempito di fraternità, è veramente una bella sensazione.