Anche questa riflessione nasce da qualcosa che capita qui da noi in cooperativa e con la quale dobbiamo fare i conti. Uno dei passaggi più critici che tutti siamo chiamati a portare a compimento nella nostra vita e non solo nella nostra vita, ma in tutto il mondo è il passaggio, l’attraversamento della vulnerabilità. Quando penso a questa parola penso alla mia vulnerabilità, penso a quella dei ragazzi che passano da queste parti, ma se vogliamo è anche il tema della politica che deve imparare a fare i conti non con i proclami, ma con chi è vulnerabile e con tutto quello che c’è di vulnerabile su questa madre terra. la prima cosa che mi viene in mente riguardo a questa parola vulnerabilità o vulnerabile è semplicemente questa. Proprio perché è un attraversamento e non una vittoria contro qualcosa, l’immagine in cui mi ritrovo è quella del passaggio del mar Rosso, verso la terra promessa. Un popolo quasi allo sbando arriva davanti al mare; alle spalle c’è un esercito immenso che insegue che è quello degli egiziani. Che fare? Fidarsi di una parola che invita ad attraversare il mare. Ecco, la vulnerabilità è attraversamento di una ferita perché mi fido di una parola. Mi rendo conto che per qualcuno è quasi impossibile fidarsi di questa parola risanatrice. Ho scritto di proposito risanatrice perché qui si tratta di risanare una ferita. Infatti la parola vulnerabile deriva da vulnus che significa ferita. Ma chi vuole guardare come in un atto di fiducia la sua ferita? Chi ha il coraggio di lasciare che qualcuno ti dica: tu li sei vulnerabile, quella è la tua ferita, senza giudizio alcuno, ma con la sola intenzione di intraprendere insieme un percorso di guarigione. Chi si fida della parola dell’altro? Credo che abbiamo sempre ritenuto la vulnerabilità come un qualcosa di negativo, magari da nascondere. Come posso presentarmi ad un colloquio di lavoro e dichiarare la mia ferita? Parto già dalla certezza che non sarò assunto. Come presentarmi davanti all’amico con le mie debolezze? Meglio presentarmi con la mia forza. E poi via di seguito. Come vorrei trovare un politico che mi dice: non ho la soluzione per tutto, volete aiutarmi a cercarla insieme? la vulnerabilità può essere generativa se è accolta con un atto di fiducia.
La soluzione a tutto non la possiede nessuno….
ne politico, ne genitore, ne insegnante, ne addetto a qualsiasi altro ruolo o incarico.
La speranza è che la vulnerabilità che ognuno di noi possiede vada a ledere il meno possibile su sé e sugli altri….. Chiunque siano questi altri…