Vorrei che qualcuno ogni tanto mi spiegasse per bene cosa è la vita. Ne vedo i suoi contorni sfumati, come le ombre di un quadro di Caravaggio. A volte risaltano i colori, altre volte emergono le ombre. Così è la vita. rimane un mistero affascinante. Anche solo per questo mistero vorrei amarla immensamente. Perché sono curioso di conoscere un poco di questo mistero. È una curiosità buona la mia. È di quella curiosità che vuole entrare nel mistero della vita. ma alla fine come è giusto che sia, rimango sulla soglia della vita. e allora l’unico gioco che posso giocare con la mia vita è quella non di carpirne tutti i segreti, ma di accogliere quello che ogni giorno mi regala e viverlo fino in fondo. Quando la vita mi regala gioia esulto ma non mi esalto, quando la vita mi regala dolore e fatica, piango ma senza disperarmi. Lasciar accadere la vita. non prenderla. Lasciarla accadere nei luoghi e nei tempi che lei stessa sceglie. Lasciarla accadere nelle forme che lei sceglie. Noi vogliamo sempre forzare la mano alla vita e agli uomini. E lo facciamo con la più nobile delle motivazioni, quella di educare. Afferriamo la vita di altri e la strattoniamo dove, secondo noi ci sono i valori più alti, più nobili, più veri. Io vorrei uscire da questo delirio educativo che sconquassa la vita al punto che la vita stessa ci sfugge via per paura di essere afferrata. E così la povera chiesa si trova come inguaiata tra il riconcorrere la vita, e aspettare che le vita torni dentro il recinto. Ma ormai la vita è andata per la sua strada. E noi guardiamo con malinconia un tempo che se ne è andato e al quale il covid ha dato un bel colpo, forse non il colpo di grazia, ma sicuramente una bella botta. Siamo lontani dalla vita degli uomini e ci allontaniamo sempre di più. Una volta si parlava del divario tra fede e vita, oggi direi che la fede insegue la vita che non vuole essere inseguita. E la chiesa in questo inseguimento incomincia ad avere il fiato corto. il nostro vescovo ha scritto una bella lettera pastorale. I progettisti, i fautori di pastorali all’avanguardia hanno definito questa lettera semplice, per non dire altro. Ma secondo me il vescovo ha azzeccato la mossa vincente: servire la vita la dove accade, questo è il titolo della lettera. La vita accade e io sono presente non per trascinarla dove voglio, ma semplicemente per servirla. Accadeva ogni giorno che la vita di don Roberto andava per la sua strada, ogni giorno una strada diversa. E io cercavo, forzando la mano a don Roberto, di ricondurla su un binario che era più consono a me, ed invece alla fine mi ritrovavo a dover servire maldestramente quel corpo malato, ma profondamente animato di vita. Mi accade ogni giorno di voler condurre chi incontro, sulla retta via, ma alla fine ne esco sempre sconfitto. E allora sto imparando a guardare la vita la dove gli uomini la vivono, la dove accade. E cerco maldestramente di servire quella vita che accade. Insegnami o Padre buono, di capire dove accade la vita e di avere il coraggio, non di trascinarla via da quel luogo perché forse troppo cattivo, ma di servirla proprio a partire da quel luogo.
Terribilmente bella questa riflessione-testimonianza. Grazie Don Sandro.