venerdì 8 febbraio

di | 7 Febbraio 2019

giobbeGiobbe 35,1-16

[1]Eliu riprese a dire:

[2]Ti pare di aver pensato cosa giusta,
quando dicesti: «Ho ragione davanti a Dio»?
[3]O quando hai detto: «Che te ne importa?
Che utilità ne ho dal mio peccato»?
[4]Risponderò a te con discorsi
e ai tuoi amici insieme con te.
[5]Contempla il cielo e osserva,
considera le nubi: sono più alte di te.
[6]Se pecchi, che gli fai?
Se moltiplichi i tuoi delitti, che danno gli arrechi?
[7]Se tu sei giusto, che cosa gli dai
o che cosa riceve dalla tua mano?
[8]Su un uomo come te ricade la tua malizia,
su un figlio d’uomo la tua giustizia!
[9]Si grida per la gravità dell’oppressione,
si invoca aiuto sotto il braccio dei potenti,
[10]ma non si dice: «Dov’è quel Dio che mi ha creato,
che concede nella notte canti di gioia;
[11]che ci rende più istruiti delle bestie selvatiche,
che ci fa più saggi degli uccelli del cielo?».
[12]Si grida, allora, ma egli non risponde
di fronte alla superbia dei malvagi.
[13]Certo è falso dire: «Dio non ascolta
e l’Onnipotente non presta attenzione»;
[14]più ancora quando tu dici che non lo vedi,
che la tua causa sta innanzi a lui e tu in lui speri;
[15]così pure quando dici che la sua ira non punisce
né si cura molto dell’iniquità.
[16]Giobbe dunque apre invano la sua bocca
e senza cognizione moltiplica le chiacchiere.

Commento

Ecco il Terzo intervento di Elihu . Con l’introduzione si rivolge l’invito all’attenzione per una nuova contestazione a Giobbe. Nel primo discorso Elihu aveva affermato che, dopo la voce della coscienza, il dolore è il secondo avvertimento di Dio al peccatore; nel secondo discorso aveva negato la necessità di un processo per far spiegare a Dio il senso del dolore, poiché egli conosce tutta la situazione esatta dell’umanità. Ora Elihu mostra che non ci si può attendere niente da Dio prima che ci si converta perché i peccati contro il prossimo sono uno schermo al dialogo con Dio. È lo schema classico che abbiamo imparato e applicato: prima cambi vita e poi ti perdono, poi ti spiego. La grazie di Dio non funziona così: prima infatti viene il perdono, la grazia, il dono e poi come conseguenza la conversione. Questa schema a cui non siamo abituati è applicato in maniera, oserei dire rigorosa, da Gesù, è la sua grande novità, la sua parola nuova. Egli non dice convertitevi e credete al vangelo e poi il tempo è compiuto, ma la frase viaggia al contrario: il tempo è compiuto, convertitevi e credete al vangelo. Questa è la grande novità di Gesù. Indipendentemente dalla conversione dell’uomo, la grazia, il perdono è dato. Sta all’uomo decidere nella sua libertà, se vuole accogliere questo dono, cambiando vita.

Preghiamo

Preghiamo per Carlo

3 pensieri su “venerdì 8 febbraio

  1. sr Rita

    In questi giorni ho perso il contatto a motivo dei vari spostamenti. Ho avuto la possibilità di lavorare in preparazione al capitolo di Giugno, assieme alle altre sorelle che sono in Brasile, ma abbiamo anche visitato le Catarattas de Foz do Iguaçu. Si resta senza fiato, Una esagerazione di bellezza e di stupore. Grandi sono le opere di Dio…e bello poterle contemplare. Oggi abbiamo la Madre Generale in casa e festeggiamo il suo onomastico, Santa Bakita. Un ricordo anche per lei.

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  2. . Elena

    Davvero Eliu’ ci va giù pesante ed in lui riconosco tanti ragionamenti fatti nel corso degli anni da chi ci voleva ” avvicinare” a Dio e alla sua giustizia. Peccato che ci si dimenticasse della misericordia, di quell’innvovativa visione dell’uomo e della sua relazione con Dio, portata da Gesù, vissuta da Lui in primis. Trasgressivo Gesù, innovativo Gesù, pericoloso Gesù!
    Accompagno ciascuno nella preghiera, secondo le intenzioni custodite nel cuore e prego per i migranti sfollati dai centri di accoglienza. Che ne sarà di loro?

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  3. srAlida

    Condividendo i vostri pensieri ,mi unisco alla preghiera per Carlo ,per sr Bakita ,chiedendo per lei nuova grazia del Signore ,per i profughi .Chiedo una preghiera per Monica nel suo compleanno e per la sua famiglia con 4 componenti precari di salute ,doni a lei e a loro forza e speranza .

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