Matteo 18,1-5
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: “Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?”. 2Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro 3e disse: “In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. 4Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
Commento
Gesù inizia il suo cammino verso Gerusalemme, i suoi discepoli si avvicinano a lui. si capisce bene che non sono in sintonia con il signore. Infatti la domanda che gli rivolgono rivela tutta la lontananza dei suoi amici: qui non è detta esplicitamente, ma negli altri vangeli la domanda dei discepoli è espressa chiaramente: chi è il più grande, chi può sedere alla destra e sinistra del Signore Gesù. E così mentre Gesù parla della croce i discepoli parlano di grandezza. Le due posizioni sono molto distanti. Gesù per aiutare ancora una volta i suoi amici chiama un bambino, lo pone in mezzo a loro e dice che il più grande è il più piccolo. È una situazione che si ripete sempre: Gesù ci indica una via e noi cerchiamo sempre il privilegio. Con la risposta che dà, Gesù inizia il 4 discorso narrato nel vangelo di Matteo: quello sulla fraternità. Ma per capire questo discorso dobbiamo convertirci, cambiare, tornare bambini, cioè tornare persone che si affidano alla parola del Signore. La fraternità inizia quando ci riconosciamo bambini che si affidano uno all’altro
Preghiamo
Preghiamo per tutti i profughi
Piccoli come bambini, piccoli come i poveri, piccoli come ogni essere umano umile e silenzioso, o forse invisibile…
Il Signore riconosce ogni piccolo valore in chi non ha pretese di grandezze, di apparenze, di prestigio e visibilità. Il Signore cerca nell’invisibile il seme da cui nascono grandi piante, buoni frutti e un’umanità vera ed essenziale. Lui sa dove guardare e ce lo indica continuamente. Noi rimaniamo sempre un po’ in superficie, facciamo sempre fatica a cercare più a fondo, ad aguzzare la vista e la percezione del cuore.
Per tutti i profughi la preghiera condivisa.
La piccolezza ha sempre un grande valore sopratutto per il Signore, amare le piccole cose, amare i piccoli, cosi il cuore è più leggero, ama meglio e forse di più tutti. Mi unisco alla preghiera per tutti i profughi.
Noi uomini abbiamo una voglia irrefrenabile di crescere, di diventare grandi, per avere il grande privilegio della libertà…poi qnd l’abbiamo conquistata, ci sguazziamo un po’ fino all’arrivo della responsabilità che spaventa e ti vorrebbe fare tornare di corsa nelle braccia rassicuranti dei genitori, che nel frattempo invecchiano e tornando bambini hanno bisogno di noi. E allora non c’è grandezza senza responsabilità, non c’è libertà se lasciamo indietro chi ha bisogno di noi. Crescere é sempre una scoperta, ogni giorno, a qualsiasi età, essere curiosi come bambini ma attenti alle esigenze di chi é vicino, non lasciando indietro nessuno. E poi oltre al sorriso di un bambino, quello di un anziano apre il cuore é piu consapevole ma é una meraviglia riceverlo.