Ger 51,11-19
11 Aguzzate le frecce, riempite le faretre! Il Signore suscita lo spirito del re di Media, perché il suo piano riguardo a Babilonia è di distruggerla; perché questa è la vendetta del Signore, la vendetta per il suo tempio. 12 Alzate un vessillo contro il muro di Babilonia, rafforzate le guardie, collocate sentinelle, preparate gli agguati, poiché il Signore si era proposto un piano e ormai compie quanto aveva detto contro gli abitanti di Babilonia. 13 Tu che abiti lungo acque abbondanti, ricca di tesori, è giunta la tua fine, il momento del taglio. 14 Il Signore degli eserciti lo ha giurato per se stesso: “Ti ho gremito di uomini come cavallette, che intoneranno su di te il canto di vittoria”. 15 Egli ha formato la terra con la sua potenza, ha fissato il mondo con la sua sapienza, con la sua intelligenza ha disteso i cieli. 16 Al rombo della sua voce rumoreggiano le acque nel cielo. Egli fa salire le nubi dall’estremità della terra, produce lampi per la pioggia e manda fuori il vento dalle sue riserve. 17 Resta inebetito ogni uomo, senza comprendere; resta confuso ogni orefice per i suoi idoli, poiché è menzogna ciò che ha fuso e non ha soffio vitale. 18 Esse sono vanità, opere ridicole; al tempo del loro castigo periranno. 19 Non è tale l’eredità di Giacobbe, perché egli ha formato ogni cosa. Israele è la tribù della sua eredità, Signore degli eserciti è il suo nome.
Commento
Stiamo andando verso la conclusione di questo lungo viaggio che ci ha portato a commentare tutto il libro del profeta Geremia. Diciamo che è stata una bella impresa. In questi ultimi giorni di commento prima della conclusione vorrei raccogliere alcune indicazioni finali riassuntive. La prima indicazione è proprio legata alla parola del profeta, il dabar profetico come si dice. Il dabár profetico, attestazione della parola di Dio indirizzata in una storia , rappresenta senza dubbio il filo rosso che il lettore è invitato a seguire. La parola di Geremia diventa la chiave di lettura per una serie di eventi altrimenti indecifrabili, non solo per la comunità ma anche per i tradizionali mediatori tra Dio e il popolo, quali i profeti e i sacerdoti, l’invasione nemica e l’assedio della città santa, ma anche la trasformazione del creato in occasione di siccità , battaglie o malattie, così come il dolore patito dalla comunità, rappresentato sovente con l’immagine di una ferita incurabile, chiedono di essere interpretati al di là di ciò che gli eventi contingenti possono significare. La storia è luogo di rivelazione, spazio in cui il desiderio di un Dio che cerca il ritorno si incrocia con la libertà dell’uomo che lo rifiuta. La parola profetica entra dentro questa storia illuminandone i risvolti: essa si fa interprete degli eventi, svelandone il senso e indicando, alla luce di questo, una direzione da prendere.
Preghiamo
Preghiamo per Elena
Che anche la nostra vita sia una piccola, efficace profezia per la gente del nostro tempo. Dio ci ispiri e ci renda obbedienti alla sua voce.
Nelle parole di Geremia si legge lo struggimento di una separazione apparentemente insanabile, su cui tutti gli eventi si rovesciano. Non è forse così in ogni separazione? Non è forse così forte lo struggimento per l’amore che è andato affievolendosi, che si è smarrito nelle pieghe della vita, che è stato calpestato? Una preghiera per le tante e diverse situazioni di separazione e di perdita di quell’amore che era il centro dell’esistenza.