venerdì 21 marzo

di | 20 Marzo 2025

Ger. 39

1 Quando Gerusalemme fu presa, il nono anno di Sedechia, re di Giuda, il decimo mese, Nabucodonosor re di Babilonia venne con tutto il suo esercito contro Gerusalemme e la cinse d’assedio. 2 L’undicesimo anno di Sedechia, il quarto mese, il nono giorno, una breccia fu fatta nella città, 3 tutti i capi del re di Babilonia entrarono, e si stabilirono alla porta di mezzo: Nergal-Sareser, Samgar-Nebu, Sarsechim, capo degli eunuchi, Nergal-Sareser, capo dei magi, e tutti gli altri capi del re di Babilonia. 4 Quando Sedechia, re di Giuda, e tutta la gente di guerra li videro, fuggirono, uscirono di notte dalla città, per la via del giardino reale, per la porta fra le due mura, e presero la via della pianura. 5 Ma l’esercito dei Caldei li inseguì e raggiunse Sedechia nelle campagne di Gerico. Lo catturarono, lo condussero su da Nabucodonosor, re di Babilonia, a Ribla, nel paese di Camat, dove il re pronunciò la sua sentenza su di lui. 6 Il re di Babilonia fece scannare i figli di Sedechia, a Ribla, sotto i suoi occhi; il re di Babilonia fece pure scannare tutti i notabili di Giuda; 7 poi fece cavare gli occhi a Sedechia e lo fece legare con una doppia catena di bronzo per deportarlo a Babilonia. 8 I Caldei incendiarono il palazzo del re e le case del popolo, e abbatterono le mura di Gerusalemme; 9 Nebuzaradan, capo delle guardie, deportò a Babilonia il residuo della gente che era ancora nella città, quelli che erano andati ad arrendersi a lui, e il resto del popolo. 10 Ma Nebuzaradan, capo delle guardie, lasciò nel paese di Giuda alcuni dei più poveri fra il popolo i quali non avevano nulla, e diede loro in quel giorno vigne e campi. 11 Nabucodonosor, re di Babilonia, aveva dato a Nebuzaradan, capo delle guardie, quest’ordine riguardo a Geremia: 12 «Prendilo, veglia su di lui e non fargli del male, ma compòrtati verso di lui com’egli ti dirà». 13 Così Nebuzaradan, capo delle guardie, Nebusazban, capo degli eunuchi, Nergal-Sareser, capo dei magi, e tutti i capi del re di Babilonia 14 mandarono a prendere Geremia e lo fecero uscire dal cortile della prigione; lo consegnarono a Ghedalia, figlio di Aicam, figlio di Safan, perché fosse condotto a casa; così egli abitò fra il popolo. 15 La parola del SIGNORE fu rivolta a Geremia in questi termini, mentre egli era rinchiuso nel cortile della prigione: 16 «Va’ e parla a Ebed-Melec, l’Etiope, e digli: “Così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d’Israele: ‘Ecco, io sto per adempiere su questa città, per il suo male e non per il suo bene, le parole che ho pronunciate, e in quel giorno esse si avvereranno in tua presenza. 17 Ma in quel giorno io ti libererò’, dice il SIGNORE; ‘tu non sarai dato in mano degli uomini che temi; 18 poiché, certo, io ti farò scampare e tu non cadrai per la spada; la tua vita sarà il tuo bottino, poiché hai posto la tua fiducia in me'”, dice il SIGNORE».

Commento

Questa è una delle pagine più tragiche della storia di Israele. Questo è l’epilogo drammatico che Geremia può volte aveva annunciato: la presa di Gerusalemme, la deportazione dei notabili, l’uccisione dei figli del re, e il re a cui vengono cavati gli occhi per non vedere più l’amata città di Gerusalemme. È la descrizione dell’esilio, della distruzione, di ogni esilio, anche di quelli dei nostri giorni. È il luglio del 587 A. C. e la città di Gerusalemme viene distrutta e resa al suolo. Per uno strano gioco del destino vengono lasciati a Gerusalemme i poveri, gli anziani, i bambini. si tratta di tutte quelle categorie di persone che non hanno niente, che in apparenza non contano nulla. Sembra la fine di tutto, ma queste persone che sono rimaste in Gerusalemme e tutte quelle che in qualche modo sono esiliate in Babilonia sono il resto di cui parla Geremia. Il resto su cui Dio ricostruisce la storia di Israele. Modello di questa promessa che uno scarto può essere il luogo della rinascita è Geremia. Egli ha confidato nel Signore, ha posto tutta la sua sicurezza in lui. Ebbene, avrà salva la vita “in mezzo al popolo” Vale a dire: non solo lui, ma tutto il popolo dei “poveri assieme a lui”

Preghiamo

Preghiamo per chi è in esilio

2 pensieri su “venerdì 21 marzo

  1. sr Alida

    Può essere il luogo della rinascita è Geremia. Egli ha confidato nel Signore, ha posto tutta la sua sicurezza in lui. Ebbene, avrà salva la vita “in mezzo al popolo” Vale a dire: non solo lui, ma tutto il popolo dei “poveri assieme a lui. Preghiamo per chi è in esilio, e per chi è anche ai nostri è perseguitato. Ci sia salvezza e pace per tutti i popoli in guerra, consoli anche in questo Papa Francesco, nel riprendersi almeno un po’ in salute.

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  2. Elena

    I poveri, gli ultimi, gli invisibili sono le persone che Il Signore non smette di guardare, di mettere al centro della Sua storia fra gli uomini. Noi li consideriamo scarti, ma proprio da questi ultimi nasce un germoglio nuovo, un germoglio di pace, un germoglio di vita. Le storie non le fanno i potenti e i grandi, loro decidono sulle teste altrui ma le vere storie, quelle che generano vita, le fanno le persone semplici , piccole, umili,ogni giorno, in ogni luogo e tempo.
    Una preghiera per tutti gli esiliati e per le intenzioni che portiamo nel cuore.

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