1 Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, mandò due dei suoi discepoli 2 e disse loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui. 3 E se qualcuno vi dirà: “Perché fate questo?”, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito”». 4 Andarono e trovarono un puledro legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo slegarono. 5 Alcuni dei presenti dissero loro: «Perché slegate questo puledro?». 6 Ed essi risposero loro come aveva detto Gesù. E li lasciarono fare. 7 Portarono il puledro da Gesù, vi gettarono sopra i loro mantelli ed egli vi salì sopra. 8 Molti stendevano i propri mantelli sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi. 9 Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! 10 Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide! Osanna nel più alto dei cieli!». 11 Ed entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l’ora tarda, uscì con i Dodici verso Betània.
Commento
Quello che succede in questo brano è di fatto un avvenimento storico: Gesù entra in Gerusalemme e viene acclamato re dalla folla. Ma la cosa originale e unica del vangelo e della sacra scrittura è che riesce a travasare nella liturgia questo avvenimento storico. Cioè riesce a pregare e a celebrare, a far diventare rito la storia. Che bello una celebrazione che parla, che dice le vicende degli uomini! Non avete voi l’impressione che troppe volte le nostre liturgie non parlano, non dicono niente al popolo di Dio? . La liturgia è fonte e principio della storia che Dio dona al suo popolo e a tutta l’umanità. E’ una storia che si presenta come interamente governata da Dio stesso. Nel nostro testo si celebra il compimento della grande profezia del profeta Zaccaria che annuncia l’avvento del Re Messia, radicalmente diverso e opposto ai re della terra e ai loro trionfi di guerra. Quello che qui viene celebrato è un grande corteo di pace. La liturgia ci permette non solo di celebrare la storia, ma anche di sognare e avere visioni sulla storia stessa. Avere visioni non vuol dire, nel linguaggio biblico, avere apparizioni, ma avere uno sguardo lungo e profondo sulla storia, avere lo stesso sguardo di Dio. ecco perché celebriamo un corteo di pace, ecco perché imploriamo nella preghiera la pace, perché vogliamo implorare il Signore di regalarci uno sguardo lungo di pace sui nostri giorni tormentati. Il racconto di oggi è preludio della passione del Signore, Gesù re di pace si dona a noi perché possiamo vivere nella pace.
Preghiamo
Oggi con un gruppo di amici partirò per Roma per il Giubileo della misericordia. Una preghiera per tutti noi pellegrini. Non so se riuscirò a scrivere tutti i giorni…..
Il pellegrinaggio a Roma per il giubileo: che sia una immersione nella Misericordia di Dio e nella bellezza della fraternità. Ti accompagno, Don Sandro e prega anche per me, per noi, per il nostro Brasile che è in balia di giochi di potere e vuoto di potere. Che tristezza. prego per Maria, mamma di una nostra volontaria che oggi abbiamo accompagnato al cimitero.
Corteo di pace, acclamazioni di pace, riconoscimento del Signore Gesù come uomo ( forse anche come Dio) della pace! E poi, dietro la gioa, la letizia , la fraterna condivisione della festa, la passione, la tragedia, il lutto. Nella vita, in ogni vita c’è un po’ tutto questo. Solo che noi non siamo signori di pace, non fino in fondo, non abbiamo sempre lo sguardo lungimirante saggio e comprensivo della vita. Che questo pellegrinaggio nel cuore della misericordia ci illumini e ci permetta di tornare un po’ più consapevoli. Una preghiera per voi amici e compagni di viaggio e di Parola, una preghiera per la pace e la misericordia ,per tutti noi e per il mondo intero!
Vogliamo tutti appartemere a questo corteo di pace dove siamo amici e fratelli che camminano insieme aiutandosi l’un l’altro.
Vi accompagno a Roma con il cuore e riportateci messaggi di pace.
i due discepoli sembrano obbedire ad un servizio feriale e alla preparazione di una festa …Gesu’ sceglie un asino per la sua entrata in città ,sceglie mezzi poveri ,l’accoglienza che la folla fà per lui,sembra sincera e di cuore,riconoscendo in Gesu’ Colui venuto nel nome del Signore..con un pò di entusiasmo..
E’ vero forse alle nostre feste liturgiche forse manca un pò di cuore,forse anche per noi è l’entusiasmo del momento.Aiutaci Signore,nel semplice scorrere dei giorni,a ritrovare la gioia dei mezzi semplici ,dell’obbedienza feriale ,a portare alle nostre feste il contributo essenziale del cuore..Mi unisco ,al pellegrinaggio ,nello scambio di preghiera vicendevole al Signore
della misericordia .Un’accorata preghiera per il Brasile ,per sr .Rita e la gente del posto.