Ct 2,8-17
8 Una voce! Il mio diletto! Eccolo, viene saltando per i monti, balzando per le colline. 9 Somiglia il mio diletto a un capriolo o ad un cerbiatto. Eccolo, egli sta dietro il nostro muro; guarda dalla finestra, spia attraverso le inferriate. 10 Ora parla il mio diletto e mi dice: «Alzati, amica mia, mia bella, e vieni! 11 Perché, ecco, l’inverno è passato, è cessata la pioggia, se n’è andata; 12 i fiori sono apparsi nei campi, il tempo del canto è tornato e la voce della tortora ancora si fa sentire nella nostra campagna. 13 Il fico ha messo fuori i primi frutti e le viti fiorite spandono fragranza. Alzati, amica mia, mia bella, e vieni! 14 O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave, il tuo viso è leggiadro». 15 Prendeteci le volpi, le volpi piccoline che guastano le vigne, perché le nostre vigne sono in fiore. 16 Il mio diletto è per me e io per lui. Egli pascola il gregge fra i gigli. 17 Prima che spiri la brezza del giorno e si allunghino le ombre, ritorna, o mio diletto, somigliante alla gazzella o al cerbiatto, sopra i monti degli aromi.
Commento
Il nascere dell’amore inizia con un desiderio: in quella voce, il mio diletto, vi è tutto il desiderio dell’amata nei confronti dell’amato. Il desiderio in ogni uomo è il frutto di un lunghissimo lavoro, è generato dall’approfondimento del bisogno e dei bisogni differiti; il desiderio nasce solo dall’esercizio di una vera e propria arte. E’ il desiderio che dice la qualità di un uomo e di una donna, la persona umana nella sua pienezza sa desiderare. E’ difficilissimo imparare a desiderare bene, chi non desidera è un morto non è più un vivente, secondo la Bibbia; l’impassibilità, non sono virtù cristiane né bibliche, ma desiderare che arte difficile! Permettetemi di dire: desiderare è la capacità esattamente contraria del “tutto e subito”, chi dice “tutto e subito” non desidera, è uno che ha soltanto dei bisogni, confonde il bisogno con il desiderio, non conosce l’arte del differire e quindi non conosce l’arte dell’attendere, di conseguenza non ha capacità di stupore. E’ qui che questa amata-amante inizia a parlare, appena canta esprime il desiderio. E questo desiderio è raccontato con innumerevoli immagini. Ne cito una sola: “alzati amica mia, mia bella.
Preghiamo
Preghiamo per l’italia
Per questo amore che sta sbocciando pare che tutta la creazione si metta in movimento: i fiori, gli uccelli, le volpi…le fenditure della roccia…
L’amore è dinamico, è esplosivo!!!
Siano benedette le persone che sanno coltivare il desiderio che diventa il motore di ogni decisone.
Questo passo viene spesso letto nei matrimoni. È il canto di un’attesa, è il canto di un desiderio che freme, è il canto di un amore che si prepara. Tempo dilatato, preparato, pieno e pronto a sbocciare. Quanto sappiamo aspettare chi amiamo nei suoi tempi? Quanta pazienza racconta l’amore ? Quanto ci sentiamo frustrati nell’aspettare? Spesso, anziché desiderare, vogliamo divorare, inglobare, soddisfare un bisogno. Ma l’attesa è un’esperienza di energia fortissima che può costruire molto. Preghiamo per chi non sa aspettare e divora già il futuro, perdendo ogni poesia e bellezza del presente e del ” ciò che verrà”. Preghiamo per i bambini, che sempre più spesso non vengono educati all’attesa e diventano tristi, fragili, capricciosi, violenti se non ottengono tutto subito. Non sanno più sognare e desiderare veramente! E non riescono nemmeno a gustare ciò che ottengono.
Tutto è ricco della presenza dell’Amato ,e non manca l’eco della Sua voce ,prima che spiri la brezza del giorno ,risuona ancora .La fede è desiderio di incontro con il Signore ,e l’invito alzati ,amica mia ,risuoni in ciascun credente ,in noi nuovo ogni giorno ,perchè sappiamo donare preghiera e gesti d’amore suggeriti dal Signoree lì incontrarlo , a bene di quanti pone sul nostro cammino.Mi unisco ad ogni vostra intenzione così bene espresse .