Gb 5,14-27
[14]Di giorno incappano nel buio
e brancolano in pieno sole come di notte,
[15]mentre egli salva dalla loro spada l’oppresso,
e il meschino dalla mano del prepotente.
[16]C’è speranza per il misero
e l’ingiustizia chiude la bocca.
[17]Felice l’uomo, che è corretto da Dio:
perciò tu non sdegnare la correzione
dell’Onnipotente,
[18]perché egli fa la piaga e la fascia,
ferisce e la sua mano risana.
[19]Da sei tribolazioni ti libererà
e alla settima non ti toccherà il male;
[20]nella carestia ti scamperà dalla morte
e in guerra dal colpo della spada;
[21]sarai al riparo dal flagello della lingua,
né temerai quando giunge la rovina.
[22]Della rovina e della fame ti riderai
né temerai le bestie selvatiche;
[23]con le pietre del campo avrai un patto
e le bestie selvatiche saranno in pace con te.
[24]Conoscerai la prosperità della tua tenda,
visiterai la tua proprietà e non sarai deluso.
[25]Vedrai, numerosa, la prole,
i tuoi rampolli come l’erba dei prati.
[26]Te ne andrai alla tomba in piena maturità,
come si ammucchia il grano a suo tempo.
[27]Ecco, questo abbiamo osservato: è così.
Ascoltalo e sappilo per tuo bene.
Commento
L’amico di Giobbe afferma che di fronte a tutto quanto sta succedendo a Giobbe vi è come un disegno scritto da Dio proprio per quell’uomo. Noi diciamo in altro modo: è la volontà di Dio. ma può la volontà di Dio volere il male e la sofferenza di un uomo? Giobbe non capisce il progetto che Dio ha su di lui. Quanto non sopporto quando mi dicono che Dio ha pensato a qualcosa di grande per me e io non ci capisco niente di questo grande disegno di Dio. allora subentra un’altra considerazione: abbi pazienza, o meglio vivi nella speranza e vedrai che torneranno tempi migliori. Anche questo è molto faticoso da accettare: una speranza che si basa su un futuro migliore! Ma io ho bisogno adesso, non in un futuro. In teologia ho studiato la dottrina della sventura provvida, cioè che Dio prova l’uomo con la sventura per insegnarli a vivere. Non mi piace molto questa idea. E non piace nemmeno a Giobbe. Preferisco pensare che la sventura mi pone domande per la vita. Che la sofferenza può insegnare l’arte della vita. Manon riesco a scomodare Dio in tutto questo. Vedremo allora come Giobbe è chiamato a rivedere lentamente la sua immagine di Dio. vedremo come arriverà al vero volto di Dio, che non è colui che manda sofferenze, che educa nelle sofferenze, che chiede di fare la volontà di Dio nella sofferenza. La maturità di Giobbe lo porterà ad amare un Dio scoperto nella sua verità che non è quella presentata dall’amico Elifaz
Preghiamo
Preghiamo per Valentina
Vero è che non si digerisce un Dio che per educare ti manda sofferenze,oggi come oggi ,penso che tante cose son dovute al mal uso della libertà che ci è stata donata .Il Signore rischia molto avendoci fatto questo dono. Chiedo piuttosto l’aumento di fede per saperlo presente in tutte le fragilità fisiche e morali dell’umanità ,rimanendo davanti a un mistero ,ma non perdendo mai la speranza .prego per Valentina e per chi non riesce più a sperare …unita alle nostre intenzioni.
Gli amici cercano mille modi per giustificare la vita. È vero invece che spiegazioni, fuori, non se ne trovano. Credo che le esperienze vadano lette dal dentro, in quel rapporto così unico ed intimo che appartiene solo a noi e a Dio. Ci sia dato di saper leggere…
Preghiamo per Valentina, per Chiara e per chi vive sopraffatto dal dolore e dalle sventure.
perché egli fa la piaga e la fascia
Anche io non mi ci ritrovo molto in questa logica: un Dio che ama non fa piaghe.
Ieri mi è passato sotto gli occhi una nota del papà relativa ai “nuovi diritti”, che la libertà individuale richiede senza tener conto a volte di chi ci sta vicino.
Le piaghe siamo noi che le creiamo, nella libertà che, questo sì, Dio ci ha dato, a volte consciamente ed a volte senza neppure rendercene conto, perché riteniamo che il nostro quotidiano sia giusto così
Preghiamo perché possiamo fare buon uso di questa libertà, e perché Dio non smetta mai di metterci sulla strada fratelli che fasciiano le piaghe del nostro cuore.