Gen 12,4-9
4 Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui partì Lot. Abram aveva settantacinque anni quando lasciò Carran. 5 Abram dunque prese la moglie Sarai, e Lot, figlio di suo fratello, e tutti i beni che avevano acquistati in Carran e tutte le persone che lì si erano procurate e si incamminarono verso il paese di Canaan. Arrivarono al paese di Canaan 6 e Abram attraversò il paese fino alla località di Sichem, presso la Quercia di More. Nel paese si trovavano allora i Cananei. 7 Il Signore apparve ad Abram e gli disse: «Alla tua discendenza io darò questo paese». Allora Abram costruì in quel posto un altare al Signore che gli era apparso. 8 Di là passò sulle montagne a oriente di Betel e piantò la tenda, avendo Betel ad occidente e Ai ad oriente. Lì costruì un altare al Signore e invocò il nome del Signore. 9 Poi Abram levò la tenda per accamparsi nel Negheb.
Commento
Questi nomi di persone e di luoghi ci diventeranno da ora in avanti sempre più famigliari. Sono i nomi della bibbia, sono i nomi del medio oriente. Essi raccontano storie di uomini e di donne che hanno popolato quei territori, che hanno amato, litigato, fatto la pace e la guerra, la giustizia e l’ingiustizia, stretto alleanza con Dio e stracciato queste alleanze. La bibbia è storia umanissima di uomini e di donne, storie lette alla luce di Dio. dico questo perché troppe volte abbiamo dipinto e raccontato le storie di Abramo e degli altri patriarchi come gesti di santi che hanno avuto una sola vita retta. In realtà non è proprio così. E ce ne accorgeremo leggendo e commentando questi testi. Per esempio ci è sempre stato detto che Abramo lasciò tutto per andare nella terra promessa. Il testo ci dice che prese con se la moglie, il nipote i servi, il bestiame e si mise in cammino. Il testo non dice che lasciò tutto, ma che Abramo camminava: partire, lasciare, incamminare, arrivare. Sono tutti verbi di movimento, questa è la vera esperienza di Abramo: essere in movimento, in cammino verso una terra promessa che sta sempre oltre nel tempo e nello spazio. E quando si arriva uno pensa adesso qui ci fermiamo, mettiamo su casa, perché questa è la mia terra. In realtà Abramo trova un paese abitato dai cananei e lo attraversa. La questione storica ci dice che Abramo dovrà fare delle guerre di conquista per possedere quelle terre, ma la questione del senso ci dice che in un paese si arriva e si va oltre. Ancora una volta non c’è mai un arrivo, ma un cammino. Abramo è padre di tutti i camminatori della fede e della ricerca della propria terra promessa.
Preghiamo
oggi santa Chiara ricordiamo le suore Clarisse.
Mi piace l’attitudine dei nostri padri nella fede:. dove arrivano costruiscono un altare al Signore, poi levano la tenda e vanno oltre. Mi pare che questa è la vita del discepolo di Gesù. Ovunque arriviamo, ci fermiamo, facciamo le cose di tutti i giorni, lì costruiamo un altare, vale a dire: entriamo nella comunione con Dio il quale ci darà poi la libertà di lasciare quel posto e di andare oltre. Preghiamo perché il nostro viaggio nella vita sia un susseguirsi di comunione e partenza.
Custodire il passo e il cammino del viandante ,del pellegrino :custodire la fede,e la ricerca di Dio ..In un certo senso non manca nulla ,e non possedere niente Vivere camminare ,arrivare, sostare ,lasciare ,riprendere il cammino..fisicamente e nello spirito .
Che ogni movimento,passo ,incontro avvenga nel Signore,a tempo opportuno ,andando oltre,non aggrappandoci a nulla ,Questa è la preghiera che oggi chiedo al Signore ,ricordando le suore clarisse e tutte le persone che portano il nome di Chiara.,con le intenzini a noi care …
E’ quello sopra
Preghiamo per quanti in cammino, cercano la loro strada, la loro vita, il loro obiettivo. Ricordo Chiara e le Clarisse.