Esodo 15,1-11
1 Allora Mosè e gli Israeliti cantarono questo canto al Signore e dissero: «Voglio cantare in onore del Signore: perché ha mirabilmente trionfato, ha gettato in mare cavallo e cavaliere. 2 Mia forza e mio canto è il Signore, egli mi ha salvato. È il mio Dio e lo voglio lodare, è il Dio di mio padre e lo voglio esaltare! 3 Il Signore è prode in guerra, si chiama Signore. 4 I carri del faraone e il suo esercito ha gettato nel mare e i suoi combattenti scelti furono sommersi nel Mare Rosso. 5 Gli abissi li ricoprirono, sprofondarono come pietra. 6 La tua destra, Signore, terribile per la potenza, la tua destra, Signore, annienta il nemico; 7 con sublime grandezza abbatti i tuoi avversari, scateni il tuo furore che li divora come paglia. 8 Al soffio della tua ira si accumularono le acque, si alzarono le onde come un argine, si rappresero gli abissi in fondo al mare. 9 Il nemico aveva detto: Inseguirò, raggiungerò, spartirò il bottino, se ne sazierà la mia brama; sfodererò la spada, li conquisterà la mia mano! 10 Soffiasti con il tuo alito: il mare li coprì, sprofondarono come piombo in acque profonde. 11 Chi è come te fra gli dèi, Signore? Chi è come te, maestoso in santità, tremendo nelle imprese, operatore di prodigi?
commento
“Allora Mosè e gli Israeliti cantarono questo canto al Signore e dissero” (v.1). ecco la grande “risposta” di Israele di fronte alle meraviglie operate da Dio . questa del cantare, del celebrare da parte del popolo, è la risposta di fede e di adorazione di fronte a colui che ha operato la salvezza. Tutto è opera di Dio, e la fede cantata, celebrata e vissuta è il riconoscimento di tutto ciò. La fede non è intorno all’ “esistenza” di Dio, non è un tema intellettuale, ma è il semplice e radicale riconoscimento di quello che Dio ha fatto per il suo popolo. cantano tutti insieme per quello che Dio ha fatto: è un canto che coinvolge tutti, che crea la comunità, che fa unità attorno alla memoria della meraviglia operata da Dio. è proprio in questi momenti di festa, di celebrazione e di ritualità che Israele riscopre di essere popolo. oggi parlavo con due ragazzi che mi dicevano: tutti alla festa della dea, dell’atalanta. dite quello che volete, ma lì, attorno a questo fatto migliaia di giovani si riconoscono. quanto vorrei che ci fosse un riconoscerci attorno ad un Dio vivente! quanto vorrei che i nostri riti parlassero di memoria viva e ci facessero sentire comunità! un ultimo particolare : il grande, unico protagonista dell’evento è Dio. Mosè non viene ricordato. Mosè canta insieme a tutto il popolo, non ha un ruolo speciale, perché tutto sottolinea che l’opera è solo di Dio. Di essa il popolo è beneficiario; egli ha solo ricevuto il dono della salvezza, e non vi è traccia di una sua “collaborazione”.è la fede del popolo in Dio, non è la fiducia nel capo carismatico .
preghiamo
preghiamo per la Bolivia, in questi giorni di visita del papa.
dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:«Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo».
Bellissimo questo inno corale di ringraziamento a Dio liberatore ! Come sarebbe bello viverlo anche nelle nostre realtà riconoscendo segni di liberazione dal male dall’isolamento dall’egoismo.. preghiamo perché le parolee del Papa al movimenti popolari che in questo momento sto pronunciando in Bolivia arrivino al cuore di tutti noi affinché si superino povertà disuguaglianza ed eslusione.. rendici Signore seminatori di cambiamento !
“Voglio cantare il nome del Signore… Ha mirabilmente trionfato….” Mosè, il condottiero, canta insieme al popolo che ha appena sperimentato i prodigi di Dio. In questo momento l’uno e l’altro hanno coscienza di essere stati oggetto di un grande amore, di una forza liberatrice di cui non sarebbero stati capaci da soli. Verranno giorni in cui il popolo crederà di aver vinto per merito proprio, ma adesso c’è questo canto bellissimo. La paura, la mormorazione di prima sono passate e si dà spazio alla gioia. Come ha detto bene D. Sandro, Fede è celebrare la vita, è riconoscere come Dio agisce nella propria storia. Allora tutto si sveglia, si muove: il corpo danza, la voce si fa canto, il cuore impazzisce di allegria: ci si sente salvati per grazia.
Le nostre liturgie siano questa celebrazione. I nostri canti siano il riconoscimento dell’azione di Dio. Il vivere insieme del popolo con le proprie guide spirituali sia un’esperienza di comunione e di condivisione di cammini esistenziali.
Vorrei pregare con gratitudine per le persone -consorelle, parenti e amici – che sto incontrando in questo tempo del mio congedo in Italia, che mi stanno dimostrando un bene che va oltre il dovuto.