Non ti è imposto di completare un’opera, ma non sei libero di sottrartene (Rabbi Tarfon, Pirké Avot 2,21). Questi pirkè avot sono i commenti che i rabbini ebrei facevano della bibbia. In particolare questo pirkè avot 2,21 è il commento ad un versetto di Isaia che dice così: l tuo popolo sarà tutto quanto un popolo di giusti; perché mi interessa questa faccenda che in apparenza sembra tanto strana? Per il seguito del versetto e per quanto ci ho scovato io. Questo è il versetto di rabbi tarfon tutto intero: tutto israele ha parte nel mondo avvenire, secondo quanto è scritto: «il tuo popolo sarà formato tutto di anime giuste, le quali possederanno in perpetuo la terra; essi sono il virgulto della mia piantagione, l’opera delle mie mani, di cui si avrà motivo di menar vanto». C’è una questione aperta: quella della terra, della vita. un’opera che sta diventando l’opera su cui si costruiscono battaglie e guerre: terra, popolo di giusti, completamento di un’opera. Su questo ci abbiamo costruito sopra di tutto, nel bene e nel male. La mia terra e la nostra terra, la mia vita e la nostra vita, il popolo dei giusti, i popoli giusti. È sempre un’opera tra il mio e il nostro. Ma è un’opera a cui non possiamo sottrarci. Non vedremo mai il compimento della mia terra, della mia giustizia, della mia storia, ma non possiamo sottrarci a questo compito di edificare tale opera giorno dopo giorno, momento dopo momento. Questa è la speranza: non sottrarci a tale opera. Ma la speranza indirizza tale opera in una direzione ben precisa: non la mia terra, ma la nostra terra, non la mia giustizia, ma la nostra giustizia, la terra e la giustizia di tutto il creato. non mi sottraggo a questa opera di fraternità anche se non ne vedrò il compimento.
……se non ragioniamo in termini “altruistici” ed iniziamo a deporre il nostro IO, il creato, tutto il creato, non potrà avere giustizia, sia in termini di pace, che di cura. Se ognuno di noi però, prova a fare la propria parte, nel piccolo, nel quotidiano, forse…. qualcosa potrà accadere. Spero.