mi è capita tra le mani questa foto di tanti anni fa e ne è nato questo pensiero su una corda che è promessa e salvezza. Se sono nell’esilio come posso tornare a cantare, come posso riprendere un cammino sensato e di senso? Se sono nella fatica della vita come cambiare registro, come ricominciare un cammino? È interessante lo sviluppo del salmo che parla dell’esilio che ci dice prima di tutto che cosa non dobbiamo fare per tornare a suonare canti felici. Il rischio è che se sbagliamo nel momento dell’esilio difficilmente torniamo ai canti di Sion e di speranza. Una cosa da non fare è sicuramente quella di buttare via il passato e costruirsi un mondo nuovo che va ad integrarsi con tutti coloro che sono stati gli oppressori. È come se nel momento della fatica voglio buttare via tutto quello che è stato e dico a me stesso, adesso faccio di testa mia e costruisco un qualcosa che cancella il mio passato. Forse sentiamo come il fascino di un qualcosa di talmente nuovo che ci viene come la tentazione di buttare via tutto e dire a noi stessi: adesso mi lego ad un’illusione che mi promette un mondo nuovo, una nuova storia, un nuovo inizio. Io credo che questo sia solo illusione. Il salmo conosce un’altra strada: è quella della promessa. Le promesse sono come le corde che ci legano ad un passato e che ci lanciano verso il futuro in maniera nuova. La promessa lega il passato, il presente e il futuro. La promessa del popolo in esilio è stata questa: che io non mi dimentichi di te Gerusalemme. Possono cambiare le condizioni della vita, ma io non dimentico, non butto via la mia origine e mi attacco a cose nuove e illusorie. Posso cambiare il registro della mia vita e quindi cambiare le condizioni della mia vita, ma questo non diventerà illusione solo se rimarrò attaccato alla corda di una promessa. Io chiamo questa corda delle promessa: tu sei il mio Dio. Ogni promessa è come un canto che chiede di non abbandonare mai il registro iniziale, di non cancellare mai l’origine della nostra storia. Io non posso cambiare registro perché butto via il Dio della mia vita. solo così potrò riprendere in mano quella cetra muta appesa ad un salice e tornare a cantare la vita. Tu sei il mio Dio e con te che sei la promessa, la corda della mia vita, potrò cantare per sempre e cambiare registro