Finalmente l’acqua è arrivata. Rifletto ancora su madre terra e mi rendo conto di una cosa importante: è generosa madre terra. Un piccolo pezzo di terra, un poco maltrattato da mani esperte, con un goccio d’acqua che non serve a lenire la sete è di una generosità incredibile. E se arriva un po’ di acqua rifiorisce e rivive. Ed anche quando tutto sembra secco e finito la generosità di madre terra non finisce mai di stupirmi. Strano ma la nostra vita dipende dalla generosità dell’acqua, della terra, delle stagioni. L’uomo antico sentiva che la terra era come abitata da un qualcosa di invisibile e di prezioso a cui non sapeva dare un nome perché non aveva le conoscenze scientifiche dei nostri giorni, ma quel qualcosa di prezioso e di invisibile regalava la vita. La scienza moderna, che tutto sa catalogare, ha perso questo senso della generosità invisibile della terra. Perché la scienza manca dello sguardo contemplativo. Ma c’è di più, in tutto questo gli uomini antichi avevano imparato a sentire Dio, nell’invisibile generosità della terra sapevano intravvedere la presenza di Dio benefico e generoso. Non identificano la generosità invisibile della terra con un Dio, ma vedevano nella terra le tracce del divino. E così potevano cantare parole come queste scritte nel libro di Isaia: I miseri e i poveri cercano acqua, ma non c’è;
la loro lingua è riarsa per la sete.
Io, il Signore, risponderò loro,
io, Dio d’Israele, non li abbandonerò.
Farò scaturire fiumi su brulle colline,
fontane in mezzo alle valli;
cambierò il deserto in un lago d’acqua,
la terra arida in zona di sorgenti.
19Nel deserto pianterò cedri,
acacie, mirti e ulivi;
nella steppa porrò cipressi,
olmi e abeti;
ma questo è il tempo del non ancora. Il tempo presente è per contemplare la generosità di madre terra.
dovremmo imparare a trovare il tempo per fermarci ad osservare la natura che ha cosi tanto da insegnarci…sempre.