Il testo biblico dice che il diluvio durò 40 giorni e 40 notti. È un numero che conosciamo bene. È un numero che indica un tempo lungo, il tempo necessario per arrivare al punto cercato e voluto. È un numero non finito, cioè non è divisibile per 3 o per 7 che sono i numeri perfetti nella bibbia. Se divido per 3 ne avanza 1, se divido per 7 ne avanza 5. Questo avanzo dice che il tempo della confusione non è totale, non è perfetto, finisce, perché subito dopo può ricominciare qualcosa di nuovo. È il tempo necessario che la vita, Dio, ci lascia per capire, per cambiare. Ma anche il tempo per capire ad un certo punto si esaurisce. Facciamo un esempio: siamo in piena crisi climatica. Ci è stato dato il tempo necessario per cambiare, ma ad un certo punto questo tempo finisce, si esaurisce e allora sarà confusione totale. Nei rapporti umani, nelle relazioni tra amici e parenti, tra chi si ama, è come se ci viene dato un tempo per cambiare quelle cose che non funzionano e poi ad un certo punto il tempo finisce e allora la relazione si interrompe. A noi la responsabilità di assumere questo tempo che ci è dato per cambiare qualcosa. Faccio un paragone che non so se sta in piedi, soprattutto se qualcuno dei mediatori leggerà queste parole. Quando si fa una mediazione non c’è un tempo a scadenza, un tempo perfetto e poi si chiude la mediazione. Si lascia tutto il tempo necessario, può essere poco tempo e può essere un lungo tempo. Infatti quando vado nelle scuole per momenti di mediazione capisco bene che il tempo è dettato dall’orario scolastico, ma a volte non è sufficiente il tempo che ci è dato. Tutto il tempo necessario per capire se i due trovano un eventuale accordo e il tempo necessario se lo prendono proprio gli interessati, non i mediatori. E alla fine della mediazione ti accorgi che forse ci voleva ancora tempo, proprio come il numero 40: un tempo non finito con un avanzo, con un qualcosa che non si è concluso. C’è un testo nel vangelo, nelle parole di Gesù che dive di questo tempo non finito. Dice così: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”. Noi vorremmo tagliare tutto e subito, il vangelo ci dice lascia ancora il tempo necessario. Così funziona: il tempo necessario.