tavola

di | 20 Ottobre 2023

Poche righe oggi. E vado a concludere le poche righe di riflessione sul tema della pace. Sono piccole riflessioni che non spostano di un millimetro la questione delle guerre e delle ingiustizie. L’unica pretesa  che ho, scrivendo queste poche righe, è anche solo il fatto di pensare che si possa tenere aperta la riflessione. Comunque il pensiero di oggi è questo: li chiamano tavoli della pace. tavoli dove ci si siete per discutere di pace e dove si decidono le sorti del mondo. Ci viene detto che in questo periodo tali tavoli della pace sono in crisi perché nessuno si siede attorno ad esso per decidere qualcosa o, se ci siede è semplicemente con quelli della tua parte per difendere la tua idea di guerra. Ma se vuoi un tavolo della pace come minimo devi sederti a dialogare anche con l’altra parte, quella che non la pensa come te. Nel mito esistevano i cavalieri della tavola rotonda. Il motivo del loro nome deriva dalla tavola all’interno del castello presente a Camelot, a cui erano soliti sedersi durante le riunioni riguardanti il futuro del regno. La funzione della tavola rotonda era quella di evitare che chiunque prevalesse sugli altri, pertanto anche lo stesso Artù era posizionato allo stesso livello degli altri cavalieri, non essendoci nessuno a capo tavola. Dovremmo ristabilire tavole rotonde di questo tipo. La prima tavola rotonda a casa nostra, per dialogare in famiglia, poi in parrocchia e nelle nostre associazioni. E per finire negli stati. Una tavola rotonda per una tavola della pace.

4 pensieri su “tavola

  1. Valerio

    Grazie sempre per le tue profonde riflessioni di pace, giustizia ed uguaglianza

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  2. Sabrina

    Mi fai venire in mente il tavolo del nuovo zar della Russia, lungo, rettangolare, a volte solo a capotavola, a volte con l’interlocutore a 10 metri da lui, e tutti con la paura di mangiare un boccone avvelenato o un bicchiere con il veleno. É vero che anche la sola forma del tavolo può fare la differenza, ma ciò che avrebbe più efficacia é che il re si mettesse all’altezza dei servitori, e che il dialogo fosse sullo fare stare meglio il popolo e non di conquistare nuove terre, nuove risorse e nuovi popoli da sottomettere alla tua visione di un nuovo mondo con la stessa religione, lingua e idee. Cosa che anche l’occidente ha fatto e fa nei paesi arabi e africani da millenni. É l’idea dei governo di tutto il mondo che deve cambiare e la paura e la sottomissione non può tramutarsi solo in nuovi conflitti, se anche solo un governante al mondo lottasse davvero per la pace.

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